Nell’agenda del consiglio dei Ministri di oggi non c’era all’ordine del giorno la nomina dei sottosegretari, come già previsto ieri. Perciò tutto è rinviato alla prossima settimana. La composizione dei delicato puzzle dei vice ministri è ancora in fase di discussione all’interno dei due parititi che compongono il governo.
Data per quasi certa l’uscita dalla griglia dei favoriti del senatore Vito Crimi (M5S) che ha salutato qui gli elettori del Movimento. Entrano perciò in gara esponenti dell’una e dell’altra formazione di governo. La delega all’editoria, molto ambita, dovrebbe spettare (ma mai come adesso il condizionale è d’obbligo) al Pd, che ha concesso altre tessere al puzzle dei vice ministri ai Cinquestelle.
Crimi è stato l’ideatore degli Stati Generali dell’Editoria, partiti in grande pompa e finiti nell’umido. Queste alcune delle date più significative.
Il 19 marzo gli uffici del senatore questo invito per l’apertura della prima riunione della convention, è già l’assise mostra tutte le sue debolezze.
Il 25 marzo c’è l’inaugurazione a Roma, presente Conte, il premier.
Il 26 marzo si comincia a capire che saranno in flop questi Stati Generali.
Il 28 marzo la Fnsi parla di “falsa partenza”.
Il 9 aprile a Torino Crimi incontra la sindaca Appendino e conferma che la chiusura degli Stati a Torino.
Il 29 aprile viene diramato il calendario degli incontri.
Il 28 maggio il crollo del M5S alle elezioni convince Crimi a rinviare la chiusura dell’assise a ottobre, sempre a Torino.
Il 23 luglio scontro verbale tra Crimi e Carlo Verna, presidente dell’Ordine.
Il 21 agosto con la crisi di governo comincia lo sgretolamento degli Stati Generali.
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