giorgio levi

Stati Generali. Sembrava vento di maestrale, invece è calma piatta

Come cambia il vento. Sembrava che sui giornalisti soffiasse un tempestoso maestrale con onde di sette metri, invece scopri che è una tramontana piatta e leggera. Saranno le ripetute sconfitte elettorali, ma i guerrieri del M5S sono diventati soldatini, persino educati.

Mi sono sbagliato pure io, che conto un cazzo, ma non mi aspettavo un avvio di questi Stati generali dell’Editoria così mosci. Una recitina nel salone parrocchiale di Palazzo Chigi. Dopo aver trascorso mesi a sputare sul sistema informativo italiano, a dileggiare i giornalisti, a dare dei pirati agli editori, a leccare la bava di Grillo con le sue liste di proscrizione, a fare i bulli di quartiere con i direttori di giornale, eccoli educati, sorridenti, persino striscianti i 5Stelle che vorrebbero riformare il sistema editoriale (e non solo) di questo Paese.

Conte (il premier) cita più volte nel suo discorso l’articolo 21 della Costituzione, Crimi diventa il paladino della libertà di stampa, che deve essere priva d’ingerenze esterne. Sai che novità.

Insomma Crimi è stato un buon parroco di paese (un po’ l’aria di suo ce l’ha), Conte l’avvocato giusto ed equanime. Che coppia!

Verna (Odg) e Lorusso (Fnsi) hanno riportato il treno su binari, con tutti i temi balordi che questa professione si porta dietro. Ne darò conto più avanti.

C’erano 50 persone in sala (con giornalisti ghettizzati all’inizio) che hanno distribuito gli applausi con giudizio. Alla fine le strette di mano, molto fuggevole quella con di Crimi con Verna, gli arrivederci, grazie, perbacco che taglio del nastro. La partita di avvio della Champions League di Palazzo Chigi è durata in tutto 2 ore e 15 minuti circa. E ha lasciato il terreno di gioco in ottime condizioni, cioè senza che nessuno abbia calpestato l’erba. Qualcuno prima o poi dovrà farlo.