Potrebbe ancora essere una buona occasione. Tuttavia, gli Stati Generali dell’Editoria, promossi dall’ala grillina del governo, sono partiti male.
Dopo la stagione degli insulti ai giornalisti, dopo la cancellazione dei contributi pubblici alle cooperative editoriali e ai piccoli giornali cattolici, dopo aver negato l’emendamento che consentiva all’Inpgi di allargare la propria platea dei contribuenti, dopo le liste di proscrizione di Grillo e soprattutto dopo che nessuna scusa è arrivata dagli uomini di governe del M5S per queste posizioni bellicose del tutto inadeguate al sistema, è evidente con gli Stati Generali mostrano le prime crepe, ancora prima di svilupparsi.
Ora la Fnsi, pur garantendo la collaborazione all’assise di Crimi, avverte: “L’emarginazione, l’attenuazione delle rappresentanze sociali e del ruolo dei corpi intermedi rende più fragile la società e più vulnerabili i cittadini. I continui assalti alla funzione critica del giornalismo, al pensiero critico, alla contrattazione e ai corpi intermedi rappresentano una provocazione perdurante e inaccettabile. Per essere reale e credibile questo confronto deve partire dalla moratoria sul taglio del fondo dell’editoria e dall’immediata messa in sicurezza delle pensioni, del welfare dei giornalisti e dell’Istituto di previdenza di categoria”.
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