giorgio levi

Addio all’inutile Crimi, con il governo affondano gli Stati Generali

Il sottosegretario Vito Crimi (foto archivio Il Times, © tutti i diritti riservati)

E così sono miserevolmente falliti gli Stati Generali dell’Editoria. Il ciclopico, quanto inutile lavoro, del sottosegretario M5S Vito Crimi di riunire intorno a numerosi tavoli il mondo dell’editoria, senza tenere conto delle esigenze degli attori principali, ovvero i giornalisti, con la caduta del governo viene archiviato per sempre. E prima della conclusione finale, prevista a Torino per otttobre.

Tutto è bene quel che finisce bene. Tuttavia, restano alcune domande. Quanto sono costate allo Stato le sedute dell’assise romana? Quante e quali proposte, dal cosiddetto popolo italiano, perché lo scopo di appiattimento verso il basso era proprio voluto da Crimi, sono arrivate alle varie commissioni? Quali sono e quando verranno resi noti gli atti di quasi quattro mesi di riunioni?

Crimi esce a testa bassa, dopo aver progettato e reso esplicito l’intendimento di abolire l’Ordine dei giornalisti (progetto che prima o poi sarà necessario affrontare, ma nelle sedi opportune e non partitiche) e di affidare l’Inpgi ad un commissario per rendere più agevole l’assorbimento dell’ente da parte di Inps.

Naturalmente i gravi problemi della categoria restano, ma se non altro ci siamo tolti dai piedi il più incompente rappresentante in materia di editoria e giornalismo di questo ex governo.