giorgio levi

Il crollo del M5S gela Crimi. Riviata ad ottobre la conclusione degli Stati Generali dell’Editoria. Strada in salita

Vito Crimi (foto archivio Il Times, tutti i diritti riservati)

Com’è tutto cambiato in pochi mesi. Sembra ieri che il sottosegretario Crimi annunciava la nascita degli Stati Generali dell’Editoria. Un avvenimento secondo solo alla venuta del Messia. Un progetto faraonico costruito sulla carta pesta. Secondo Crimi gli Stati generali avrebbero dovuto essere il faro illuminante per la politica del governo in materia d’informazione. Con quella sua fissa di partecipazione collettiva del popolo a contribuire alla riscrittura delle regole della professione giornalistica. Un po’ come se la Nasa chiedesse a me di progettare i retrorazzi della navicella che atterrerà su Marte. Una beatissima minchia mi verrebbe da rispondere.

Invece l’ineffabile Crimi si è vantato di questa sua ideona. Ora, il crollo del M5S alle ultime elezioni europee e regionali sembra aver rimesso tutto in discussione. Crimi perciò mette qualche mano avanti: “Slitta a metà ottobre la conclusione degli Stati Generali dell’editoria. L’appuntamento, inizialmente previsto per la metà di settembre, si conferma sarà a Torino, ma troverà svolgimento un mese più tardi”.

Un passo indietro, senza alcuna spiegazione. Tuttavia Crimi non perde l’entusiasmo e sul suo profilo Facebook scrive: “Andiamo avanti a lavorare con gli con gli Stati Generali dell’Editoria. Inizia la seconda fase che vedrà incontri e dibattiti pubblici aperti ad operatori e categorie del settore, chiamati ad illustrare e condividere personalmente le proprie idee e proposte”.