Edicole che chiudono e non riaprono. Chi resta lamenta percentuali di remunerazione ferme a 15 anni fa. E la Fieg rifiuta il confronto. Dice il sindacato Sinagi Cgil: “In questi anni hanno chiuso in migliaia, le vendite si sono dimezzate. Gli editori vogliono affamare la rete di vendita”.
Così, gli edicolanti protesteranno lunedi 28 gennaio in piazza Montecitorio a Roma.
La questione è delicata, ma non più dilazionabile: “In questi anni hanno chiuso migliaia di edicole e le vendite dei quotidiani e periodici sono calate di oltre il 50 per cento, ma la Fieg rimane indifferente alla crisi della rete di vendita della stampa, che è e rimane un bene prezioso, un presidio importante per il pluralismo e il diritto all’informazione e anche una rete di prossimità con notevoli margini di sviluppo. Gli editori non sembrano interessati a tale rete dedicata all’informazione e non sembrano intenzionati a riconoscere alle edicole il giusto adeguamento delle condizioni economiche. Questo atteggiamento non può più essere tollerato. È evidente che, se si vuole conservare una rete dedicata all’informazione, bisogna urgentemente individuare risorse e adeguate remunerazioni”.
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