Questa frase ma perché l’Ordine dei giornalisti non interviene è sui social (i cui frequentatori ammazzerebbero la propria madre per un like) la più frequente quando accadono fatti sgradevoli, come il titolo di Libero di qualche giono fa.
Provo a spiegarmi.
1. L’Ordine dei giornalisti (come tutti gli altri ordini professionali) non è un caserma dei carabinieri, non è un posto dove se accade un delitto esce una pattuglia e coglie sul fatto l’assassino.
2. L’Ordine nazionale e quelli regionali intervengono spesso, senza perdita di tempo, su fatti gravi (o presunti gravi) come è accaduto per il titolo di Libero. Perciò i più incazzosi, che fermano la loro indignata attenzione alla prima riga di un post, farebbero bene a consultare il sito dell’Ordine nazionale e del sindacato Fnsi, che sono aggiornati in tempo reale su quello che accade. E così tutti quelli che si accodano all’indignazione del primo, invocando, quando tutto va bene, la forca per i giornalisti. La regola numero uno è: informatevi. Tuttavia, se volete fare i cazzoni liberi di esserlo, ma fatelo tra di voi, non pontificate in pubblico.
3. Gli indignados hanno una possibilità per avere ragione della propria incazzatura. Prendono carta e penna (come si diceva una volta), cioè scrivono una mail (meglio se per posta certificata) alla sede regionale dell’Ordine (dove si è svolto l’episodio) e denunciano il fatto che gli ha fatto ribollire il sangue nelle vene.
Ovvero, si espongono in prima persona, così hanno anche la possibilià di non domandarsi più: dove l’Ordine? Perché è molto comodo responsabilizzare gli altri, assai meno esserlo di persona. L’Ordine territoriale di Disciplina (cioè la magistratura dei giornalisti) provvederà ad istruire una pratica. E nel caso convocare anche voi indignados per sentire la vostra versione dei fatti. E poi, se è il caso, provvedere alla sanzione diciplinare. Facile no?
Aggiungo che la segnalazione può arrivare da chiunque, anche da non giornalisti, da semplici cittadini o lettori o che vogliano denunciare un giornale per un suo titolo o per il contenuto di un suo articolo.
Una cosa finale. Smettetela quando leggete Libero di chiedervi su Facebook dov’è l’Ordine dei giornalisti. E’ al suo posto. Tocca a voi, avete la fortuna di esporre in prima persona e ufficialmente, secondo la legge, la vostra indignazione.