Filippo Facci su Libero Quotidiano risponde a quello che Gianluigi Paragone aveva detto qui a proposito dell’esistenza della casta dei giornalisti.
Facci scrive: “ll giornalista più apertamente lottizzato d’Italia (l’ha pure ammesso) tuona contro la casta dei giornalisti. Il giornalista notoriamente ingrassato coi contributi pubblici (dalla Padania alla Rai alla poltrona da parlamentare: tutto per sostanziale nomina, altro che «lettori» ed «elettori») tuona contro i fondi all’ editoria, il cui taglio «lo chiedono i cittadini»: più una serie di spaventose e superficiali cazzate che tornano utili solo a chi, durante le feste, volesse tenersi leggero: gli basterebbe sbirciare, prima di ogni portata, che cos’ ha detto e scritto Gianluigi Paragone il 17 dicembre scorso. Dopodiché, ora, dovremmo passare al merito tralasciando il pulpito: ma è veramente dura dimenticare il pulpito. «Lo dicevo prima e posso ribadirlo adesso: i giornalisti italiani sono una casta», parole sue. E quando lo diceva, Paragone? Forse la prima volta che sentimmo parlare di lui: quand’ era direttore della Padania, da immaginarsi con quale indipendenza (e con quali meriti fosse stato insediato) in un periodo in cui i giornali di partito non vivevano «anche» grazie ai fondi per l’ editoria, ma solo ed esclusivamente grazie a essi”.
Poi c’è molto altro, il pezzo integrale è qui, divertente da leggere.
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