Il senatore del M5S Gianluigi Paragone si scaglia contro il suo colleghi giornalisti che, secondo lui, formano una vera e propria casta. E difende la nuova normativa che prevede l’azzeramento dei fondi per l’editoria.
E’ un vero peccato però che Paragone dimentichi il suo passato, quando era direttore de La Padania, tra il 2005 e il 2006. La Padania era tra quei giornali che, ai fondi per l’editoria, ha attinto a piene mani dal 1997 fino al 2013. In tutto, ha incassato più di 61 milioni di euro. Un po’ di questa pioggia di soldi pubblici è finita nel portafoglio di Paragone il cui contratto prevedeva una paga annuale, secondo quanto scritto oggi qui da Lettera 43, pari a 117.236 euro annui lordi. Negli anni in cui è stato direttore Paragone La Padania riceveva 4 milioni e 28 mila euro l’anno di contributi pubblici.
Quando nel 2013 il quotidiano chiuse i battenti, Matteo Salvini disse: “Si tratta anche dell’ennesimo bavaglio calato dal governo Renzi che riduce i contributi per l’editoria che esistevano da anni. Oltre che La Padania stanno chiudendo e chiuderanno centinaia di piccole testate locali e di settimanali storici e chi ci perde è solo il territorio e la libertà di informazione”.
Credits