L’Associazione Carta di Roma lancia una proposta: “Proviamo a sostituire le parole che cancellano le identità e incutono paura con quelle più approprtiate. Invece di clandestino scriviamo persona e vediamo che effetto fa”.
La Carta di Roma è il nome con cui è noto il Protocollo deontologico concernente richiedenti asilo, rifugiati, vittime della tratta e migranti.
Il documento è stato redatto da Fnsi e dal Consiglio Nazione dell’Ordine dei giornalisti nel 2008 e fa parte del bagaglio di strumenti di lavoro dei giornalisti italiani. La Carta si fonda sul riferimento al criterio enunciato nell’articolo 2 della legge istitutiva dell’Ordine (legge n. 69 del 3 febbraio 1963): il rispetto della verità sostanziale dei fatti osservati. L’Ordine dei Giornalisti e la FNSI, insieme a venti organizzazioni della società civile organizzata, hanno creato così l’Associazione Carta di Roma allo scopo di promuovere e diffondere la conoscenza del protocollo.
Dal 3 febbraio 2016 il Glossario della Carta è parte integrante del Testo unico dei doveri del giornalista. La Carta di Roma non esiste più come documento autonomo, i suoi principii sono stati inglobati nel Testo unico.
L‘ Associazione Carta di Roma riceve il supporto della Open Society di George Soros.
Naturalmente non mancano i dissidenti. Ne parla qui Il Giornale, ne ha discusso La Verità di Maurizio Belpietro. Si tratterebbe di censura. Il Giornale scrive: “Al suo posto i giornalisti possono scegliere tra irregolare, senza permesso regolare, illegale o presente in modo illegale sul territorio. E questo nonostante esista un reato specifico di immigrazione clandestina”.
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