Certo che prendersi a cazzotti tra alleati di governo alla vigilia delle elezioni, anche sulle frequenze radio, deve essere molto eccitante. Secondo quanto pubblicato qui da Wired “attraverso la direzione generale per i servizi di radiodiffusione e postali, il ministero dello Sviluppo economico (Di Maio), ha ordinato a Radio Padania la sospensione immediata delle trasmissioni sulla rete digitale. Il motivo è che l’emittente leghista non opera in modo legittimo sulla rete. Essa ha infatti la licenza per trasmettere le sue frequenze solo sulla rete locale, ma da tempo si aggancia a Eurodab, l’operatore di rete autorizzato dal ministero competente per la diffusione di segnali radiofonici a livello nazionale”.
Altro sganassone del M5S sottocintura al vice primo ministro Salvini. Scrive Wired: “In pratica, Radio Padania continua a essere ascoltata in tutta Italia, sebbene non ne abbia più la licenza”. Nella nota inviata all’emittente si legge: “Si comunica che, in caso di reiterata violazione, questo ministero procederà all’avvio del procedimento di revoca dell’autorizzazione rilasciata alla Radio Padania Libera il 28 agosto 2018”.
Fuori dal burocratese, se Radio Padania perseguirà nelle sue violazioni, non sarà più possibile ascoltarla nemmeno a Pontida.
Negli scorsi mesi, tra l’altro,è arrivata al Mise la richiesta per ottenere i contributi pubblici a sostegno del pluralismo dell’informazione, ovvero 115 mila euro. Proprio pochi giorni prima che il sottosgerterio Vito Crimi abolisse tutti i contributi pubblici al sistema editoriale italiano.
E tutto accadeva esattamente nelle stesse ore Di Maio si dichiarava possibilista sul salvataggio statale di Radio Radicale (anch’essa privata dei fondi dello Stato): “Troveremo una soluzione”.
Infine, va ricordato che Matteo Salvini risulta essere ancora un dipendente in aspettativa di Radio Padania. E ciao.
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