Facebook ha molti pregi e qualche difetto. Uno di questi è di ricordarci ogni giorno che cosa abbiamo scritto in quella stessa data nel tempo passato. Che poi uno non sempre ha voglia di vedere quanto è invecchiato. Comunque. Oggi ritrovo il titolo di questo blog datato 24 maggio 2013: “Al primo turno ha votato il 20,7% dei professionisti, nel 2010 il 33%”. Oggi, di tre anni fa, era dunque il giorno delle elezioni per i rinnovi delle cariche all’Ordine dei giornalisti. Nel pezzo che scrissi allora raffrontavo i dati con quelli del 2010, l’anno in cui venne Sergio Miravalle (presidente uscente) ottenne il più alto numero di preferenze (187) e allo stesso tempo Alberto Sinigaglia (176 voti) venne eletto per la prima volta presidente. Incarico che, com’è noto, gli venne rinnovato nel 2013, dopo il turno di ballottaggio.
Oggi dunque, i nostri tre anni sono scaduti. Siamo ancora lì perché c’è in discussione in parlamento la riforma della legge sull’editoria che contiene una postilla che riguarda quella che molti di noi chiamano “riforma dell’Ordine”. Avrei molto da dire, ma faccio come Facebook, mi limito a viaggiare nel tempo. La proposta più sensata della “riforma dell’Ordine” è quella di ridurre a 36 i consiglieri nazionali che oggi sono 150 e che anche un idiota capirebbe che sono uno sproposito. Il 36 però è già oggetto di discussione, la proposta ora è di portarli a 60 circa. Che è sempre la metà di prima, ma se dobbiamo giocarci dei numeri allora 25 o 30 sarebbero ancora meglio. Per quanto uno possa non crederci ci sono in gioco interessi, correnti, minuscole o gigantesche aree di potere. E’ sufficiente rileggersi questa nota uscita sul sito dell’Ordine nazionale firmata dal Comitato Esecutivo. Insomma, mugugnano in tanti, soprattutto i pubblicisti che con la riduzione dei consiglieri e una nuova proporzione elettorale vedrebbero diminuire la loro fetta di potere, che è stata determinante in tutti questi anni.
Dovrei essere contento? No. In realtà trovo tutte queste diatribe da cortile sono assai poco emozionanti. Con l’idea di ordine sono stato un po’ ondivago in questi tre anni, mi ero persino convinto che una buona e drastica riforma avrebbe ridato un senso al teatrino. In realtà non sarà così. Noi per necessità restiamo in carica fino al 31 dicembre. Poi ci vorrà il tempo per costruire una nuova normativa elettorale, che tenga conto del diverso numero dei consiglieri nazionali da spedire a Roma, e perciò se saremo molto fortunati a primavera inoltrata ritorneremo ai seggi. Un anno esatto a oggi, quando Facebook mi riproporrà questo post, e quelli di tre e di sei anni fa.
Ne approfitto per ricordare che venerdì 27 alle 17 ci sarà l’assemblea annuale (i dettagli qui sotto) della Subalpina. Pertecipano alla rappresentazione il segretario Tallia, quello della Fnsi Lorusso, la presidente dell’Inpgi Macelloni, il presidente della Casagit Cerrato. Promette bene, magari ci divertiamo.
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