Secondo quanto pubblicato sul suo sito da Franco Abruzzo il cosiddetto salva Inpgi, leggina presentata da 7 deputati della Lega, primo firmatario Massimiliano Capitanio, che avrebbe dovuto aprire le porte dell’Inpgi anche ad altri soggetti, e quindi salvare l’istituto dei giornalisti dalla grave crisi economica che attraversa, sarebbe stato bocciato per un duro intervento del M5S, con in prima linea il presidente della Camera Roberto Fico.
Scrive Abruzzo: “E’stato decisivo l’intervento in prima persona dello stesso presidente grillesco della Camera Roberto Fico che in una lettera aveva contestato la decisione di tre giorni fa di dichiarare invece ammissibile tale emendamento. Il Pd ha comunque annunciato il suo voto a favore dell’emendamento Capitanio. Rischia ora di scoppiare un caso politico tipo Tav”.
Domani si potrà verificare meglio. Per ora la notizia è questa. E ancora una volta, se è così, conferma gli obiettivi del M5S nei confronti della categoria dei giornalisti. Altroché Stati Generali dell’Editoria. Sarà una farsa, alla quale sarebbe meglio sottrarsi in anticipo. Ma non accadrà.
Ricordo che la via d’uscita dalla crisi, proposta dalla Lega, si basa su una semplice leggina che permette a circa 20 mila comunicatori di versare i propri contributi non all’Inps ma all’Inpgi. Deputati e senatori della Lega avevano presentato un testo nell’ultima legge di stabilità, che anche in questo caso non è passato per la ferma opposizione del M5S. Si pensava che la Lega l’avrebbe riproposto direttamente nel decreto legge sulle pensioni (quota 100), ma non è avvenuto.