Inpgi sempre più in difficoltà. Crescono i pensionati e diminuiscono le assunzioni e i contributi. Prima o poi si arriverà alla resa dei conti. L’ipotesi Inpgi assorbita da Inps appare improbabile. Di recente il presidente di Inpgi Marina Macelloni ha detto: “Confluire nell’Inps avrebbe un costo per lo Stato di circa 600 milioni all’anno, cioè la spesa per pensioni e welfare che vogliamo continuare a pagare da soli senza gravare sulla fiscalità generale”. Un costo enorme anche per Inps.
Nei giorni scorsi Macelloni, come riportato qui, ha chiesto un incontro urgente al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al premier Giuseppe Conte e ai ministri del Lavoro e dell’Economia, Luigi Di Maio e Giovanni Tria. Lo scopo sarebbe quello di “illustrare il particolare andamento della gestione previdenziale dell’Ente, alla luce dei profondi processi di trasformazione che stanno interessando la professione giornalistica e le relative conseguenze sul piano pensionistico”.
Oggi è intervenuto anche il presidente dell’Odg Carlo Verna che in una nota scrive: “Gli squilibri strutturali che pesano sull’Inpgi determinano la necessità di una risposta della politica indifferibile. L’Ordine dei giornalisti ben consapevole della situazione considera l’allargamento delle platea, sollecitato in tutte le sedi dalla presidente dell’istituto di previdenza Marina Macelloni, che sono state recepite nell’emendamento del deputato Massimiliano Capitanio, oltre che un rimedio utile anche un’ulteriore opportunità di attenzione alle nuove figure professionali emergenti. Con la novità della non necessaria coincidenza fra iscrizione all’Ordine professionale e all’istituto di previdenza di categoria anche per noi si aprirebbe una fase diversa che siamo pronti ad affrontare perché questo è il tempo delle sfide, non certo della chiusura rispetto a trasformazioni epocali del mondo della comunicazione”.
Allargare la platea a chi? Una delle ipotesi è quella d’introdurre in Inpgi gli informatori, categoria che conta circa 20 mila lavoratori. Più che sufficienti a rinvigorire la magre casse dell’istituto di previdenza.
Tuttavia, l’ostacolo appare anche una volta politico, pur essendo stato recepito l’invito dal deputato della Lega Capitanio. Un paio di settimane fa il sottosgretario Vito Crimi ha incontrato Verna a Torino. In un dibattito pubblico il presidente dell’Ordine ha accennato la questione Inpgi e alla necessità di allargare la platea delle contribuzioni. Crimi non ha sentito, e se ha sentito ha fatto finta di non sentire. O forse, ipotesi assolutamente plausibile, non aveva la più pallida idea di che cosa si stesse parlando.
Sarà un’altra strada molto in salita.
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