giorgio levi

Contributi ai piccoli giornali azzerati già nel maxiemendamento. Crimi: “Siamo sempre stati contrari a finanziamenti e Ordine dei giornalisti”

Lo stolido, e mai domo, sottosgretario Vito Crimi non stupisce più. Ha quattro idee ficcate nella testa e non si sposta di un millimetro. L’altro giorno ha ripetuto il suo mantra a chi accusava il M5S di usare l’arma dell’azzeramento dei contributi all’editoria ai fini della propaganda politica: “Sono dieci anni che siamo contrari al finanziamento pubblico ai giornali e avversi all’Ordine dei giornalisti”. Fine. Ogni tentativo di aprire una breccia nei neuroni del sottosgreterio non andrà mai a buon fine. Quando facevo le elementari si diceva di uno così che aveva la testa quadra e in genere il maestro lo promuoveva capoclasse. Un po’ come hanno fatto i grillini con Crimi.

Quello che adesso appare ben chiaro è che la richiesta di azzerare i contributi statali all’editoria (cooperative, testate no profit e parte di enti morali, giornali cattolici, altre piccolissime realtà locali, nessuno dei grandi editori) sarà inserita nel maxi emendamento di fine anno. E dunque zero confronti parlamentari. Crimi dice che i quattrini risparmiati andranno ad un fumoso fondo che dovrebbe destinarli a qualche editore, con criteri di totale vaghezza. Come il reddito di cittadinanza, neve al sole. Matteo Salvini, contrario alla posizione del M5S, non ha mosso un dito e ha assecondato il suo alleato.

C’è un solo e finale appiglio, a parte Papa Francesco che ha già espresso più volte tutto il suo appoggio al tema della pluralità e della solidarietà al mondo dell’informazione, ma evidentemente per il M5S Grillo vince sul Papa. L’ultima spiaggia è il presidente Mattarella. Come ogni giorno da un anno.

Il Manifesto ha pubblicato l’appello della Federazione italiana Liberi Editori, che si chiude così: “Chiediamo al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, di intervenire per chiedere al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, di sottoporre misure di rilievo costituzionale ad un confronto civile e democraticoche non può avvenire in poche ore con un maxiemendamento ad una legge di bilancio”.

Dunque, siamo ad un passo dal grande e inutile taglio. Poi toccherà all’Ordine dei giornalisti, che non si può cancellare con un decreto, ma l’abolizione della legge, che lo ha istituito, va discussa in Parlamento. Crimi ha già il suo dossier sotto il braccio. I tempi potrebbero essere brevi, e arrivare a mandare tutto in vacca prima delle elezioni europee.

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Il Manifesto