giorgio levi

Ecco i media con le maggiori interazioni sui social. Repubblica, Fatto e Messaggero perdono quote ma resistono. Freeda asfalta tutti: +43%

Vista così questa strana classifica pubblicata da PrimaOnLine fa  una certa impressione. Si tratta della hit dei media italiani che sono più attivi sui social e dei post con più interazioni nel mese di novembre 2018.

L’Italian Social Media Ranking, realizzata dalla società internazionale Storyclash, include anche le interazioni da Instagram e Youtube. Inoltre nei Top post adesso è possibile vedere la classifica anche per video e live streaming, immagini e messaggi.

E’ dunque il più avanzato indice per capire quanto gli utenti dei social (il 90% della rete) interagiscono con i media che postano foto, video e notizie. Dei vecchi media resistono in quattro e tutti perdono ampie quote: Repubblica, Il Corriere della Sera, Il Fatto Quotidiano, Il Giornale e Il Messaggero. Poi non c’è altro. La Stampa non è nemmeno tra i primi 15.

Per contro Frida fa +43% e Maria De Filippi +323%. Onestamente non sapevo chi fosse Freeda, ma forse sono fuori target. Invece non sono stupito di Maria De Filippi.

Perché questa classifica dovrebbe essere devastare le menti chi fa informazione?  Perché i vecchi editori sono vent’anni che si spaccano al testa e navigano al buio come dei beoti e ogni volta si fanno la domanda: come usciremo da questa crisi?  La realtà è che ancora non hanno capito che la crisi esiste solo per loro. Freeda, che è appena arrivata, se ne batte le balle perché ha 8,5 milioni di interazioni, la metà di quelle di Repubblica, che sta in rete da vent’anni, e tra un mese l’avrà doppiata.

Perché ogni interazione sono quattrini che entrano in cassa, sotto le più svariate forme, a cominciare dalla pubblicità. Perché questa classifica è l’oggi, forse nemmeno il domani. Invece di ragionare su fakenews e cazzatine sarebbe opportuno entrare con la testa nel mercato, anticipare, pensare al 2030.

Tutti ragionamenti inutili. I nostri editori hanno menti annebbiate e macchine troppo lente. Tra 10 anni, quando una nuova Freeda avrà raso al suolo l’intero panorama editoriale, qualcuno proporrà un convegno per studiare il mercato. Sì, quello sotto casa però, con polli e galline.

Credits

Prima On Line

Freeda