Il sito #TrueNumbers ha pubblicato questo dettagliato, e molto ben documentato, rapporto sul finanziamento pubblico ai giornali. La fonte delle tabelle, che sono pubblicate, è il Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria e i dati si riferiscono al 2016 e 2017.
Come si può leggere nei numeri che seguono sono escluse tutte le testate giornalistiche nazionali dei grandi gruppi editoriali. Quelli che, secondo il duo Salvini-Di Maio producono fake news per screditare il governo. Il provvedimento di cancellazione del contributo, se il duo governativo non fosse così incolto e impreparato, avrebbe dovuto essere destinato a loro, in realtà non sarà così. Se Repubblica o il Corriere della Sera dovessero un giorno chiudere bottega non sarà merito dello Stato, ma sarà interamente dovuto ai loro demeriti. Perciò Di Maio se ne faccia una ragione, spieghi ai suoi elettori come stanno le cose, non menta, non inventi notizie, non si dia dei meriti che non ha, se vuole mettere un bavaglio all’informazione può farlo, abbia il coraggio d’imporre leggi da paese sudamericano, poi ognuno ne trarrà le sue conseguenze. Per intanto è bene sapere che i mancati finanziamenti andranno a discapito di più di 1.000 giornalisti, che potrebbero ritrovarsi senza lavoro e di 10 mila persone che lavorano nell’indotto.
Quanto vale il contributo in termini di spesa per lo Stato. Scrive #TrueNumbers: ” Il sostegno diretto finito nel mirino del governo negli ultimi due anni è stato di 83,7 milioni di euro finiti a sostenere imprese cooperative, senza fini di lucro e iniziative editoriali prodotte in Italia per l’estero”.
Quali le testate nazionali. Avvenire (quotidiano dei vescovi italiani) 5,9 milioni incassati nel 2016 e 2,5 per il 2017 (anticipo). In classifica anche Italia Oggi che raccoglie 6,8 milioni in totale e Libero, il quotidiano guidato da Vittorio Feltri, che conta su 3,7 milioni per il 2016 e 2,2 come anticipo. E Il manifesto che incassato 3 milioni per il 2016 e 1,2 per il 2017.
Le cooperative. Al primo posto c’è Il tiraccio giornale che fa capo ad una coop calabrese che si chiama Gesc. In seconda posizione c’è Famiglia Cristiana, l’unico periodico a tiratura nazionale di questa categoria. Il settimanale cattolico ha incassato 312 mila euro per il 2016 e 131.196 come anticipo del 42,05% per il 2017. Seguono Il Biellese, La Guida, L’Eco del Chisone, Il Giornalino, Il Nuovo Torazzo, L’Amico del Popolo, La Vita del Popolo, Verona Fedele, Il Cesenate, Missionari Saveriani, Verona fedele, Il mucchio selvaggio.
I giornali all’estero. In testa ci sono Aise e Messaggero di S. Antonio che incassano 150 mila euro all’anno, nel 2016 e nel 2017. Nell’elenco ci sono anche periodici pubblicati direttamente per l’estero o società italiane che distribuiscono contenuti non solo in Italia, come l’agenzia giornalistica 9 Colonne, diretta da Roma da Paolo Pagliaro, che ha raccolto poco più 30 mila euro ad anno, La voce di Buccino, edito dall’associazione Buccinesi nel mondo che hanno portato a casa 8.737,37 euro nel 2016 e da 6.164,43 nel 2017. Con un dettaglio: i questi due anni è stato pubblicato un solo articolo.
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