Si chiamerà Ordine del Giornalismo Professionale. Dopo più di mezzo secolo scompare la dicitura Ordine dei giornalisti. Il Consiglio nazionale ha approvato le linee guida della riforma. Nel mezzo della tempesta politica che si sta abbattendo su giornali e giornalisti, e con la minaccia di portare in Parlamento la proposta di abolizione dell’Ordine, il presidente Carlo Verna ha illustrato i principi fondanti della riforma.
Le linee guida sono state approvate con 43 voti favorevoli, 5 contrari e 4 astensioni. Ora sono al Dipartimento per l’Editoria della Presidenza del Consiglio e dovranno essere poi discusse e votate in Parlamento per diventare legge.
Ecci punti principali, in coda il testo completo in .pdf
1. Sparisce l’obbligo del praticantato di 18 mesi.
2. Chi ha già effettuato il praticantato in una qualche redazione prima della entrata in vigore della riforma ha diritto di fare l’esame.
3. L’esame di idoneità resta obbligatorio per l’iscrizione, ma si potrà fare avendo conseguito una laurea di base (triennale) in qualsiasi facoltà in Europa, seguita da una pratica giornalistica all’interno di un corso universitario annuale e un master di giornalismo post laurea riconosciuto dall’Ordine.
4. Fino a quando la riforma non sarà completamente attuata con la previsione di un Albo Unico, accanto all’Albo dei Professionisti resta in vigore quello dei Pubblicisti, anche per far accedere figure professionali cresciute nella Rete con nuove tecnologie.
5. Per iscriversi all’elenco dei Pubblicisti servirà una laurea di primo livello e lo svolgimento di attività giornalistica retribuita per un biennio.
6. Se sarà accettato l’Elenco Unico, sarà previsto il superamento dell’esclusività professionale, quindi gli iscritti potranno svolgere anche altre attività purché non in conflitto di interessi con la professione giornalistica.
7. Ogni Consiglio Regionale, inoltre, istituisce il Registro degli Uffici Stampa pubblici e privati con giornalisti iscritti all’Albo.
Credits
Ordine del giornalismo, il testo della riforma