Già il fatto di dover pensare a Daniela Santanché come ad un editore mi fa venire voglia di prendere a calci tutto e andare ad occuparmi di giardinaggio, che potrebbe essere (in generale) la mia prossima occupazione. Ma a qualcuno, che mi conforti di non essere solo, non va venire la giaunissa mettere sullo stesso piano il lavoro, spesso durissimo, di editore con l’immagine di questa strarifatta pontificatrice di tutto a cui il perverso mondo dei media ha offerto palcoscenici di teatri, studi televisivi, dibattiti politici. Chi invitiamo? La Santanché. Vabbè, è lunga la storia e non ho voglia di perdermi alla vigilia di Farragosto in questo mare del nulla dove naviga la mistress di Berlusconi.
L’altro giorno è uscita la notizia che l’editore Santanché aveva intenzione di chiudere la casa editrice Visibilia e dunque lo storico settimanale di gossip Novella 2000 e per questa ragione aveva pronte le lettere di licenziamento per tuti i redattori. Eccetto quella destinata al direttore Roberto Alessi che si stendeva a tappetino esaltando le qualità del suo amatissimo editore. In realtà era una finta. La Santanché non aveva alcuna intenzione di chiudere la bottega, anzi dal prossimo numero la rivista verrà affidata ad un service esterno. Una furbata, via. Licenzio tutti, così non mi rompete le balle con gli stipendi, i contributi, la previdenza, ecche.
La storia è lunghetta, c’è anche un comunicato disperato del povero Cdr che ne affida la diffusione a Dagospia e che Il fatto Quotidiano qui riporta con tutti i dettagli. Buona ed educativa lettura.