giorgio levi

Infatti

mattia-feltri

Mattia Feltri con il papà Vittorio (foto Dagospia)

Infatti, l’avevo anticipato qui, Massimo Gramellini esce ed entra Mattia Feltri. Il Buongiorno de La Stampa è salvo. Giudicheranno i lettori, sempre meno come numero, ma ugualmente complicati da accontentare. Alberto Mattioli avrebbe potuto essere l’altra ottima alternativa. Un tempo si sarebbe detto: per Mattioli pazienza, se ne parlerà tra 15 anni. I tempi, in certi giornali, di antichissima data sono lunghi come la fame. Ma forse qui anche la concezione di tempo sta per cambiare.

Il punto è questo.  Perché la prima firma della Stampa, dopo vent’anni di lavoro intenso e di scalate nella gerarchia del giornale, lascia alla vigilia di quella che viene definita la più grande aggregazione della storia dell’editoria italiana?  Chi se ne andrebbe, per quanto Il Corriere della Sera sia un’approdo di altissimo livello, alla vigilia di un evento così eclatante? A pochi giorni dalla definitiva cessione de La Stampa di John Elkann a La Repubblica di De Benedetti che sancirà un predominio senza eguali nel mondo dell’informazione di questo Paese. Qualche risposta c’è, ma lascia il tempo (sempre lui) che trova. Per attenersi ai fatti si fanno le ipotesi possibili, che non ci sono.

Quello che accadrà da marzo in poi nessuno è in grado di dirlo. Al momento non sono stati presentati piani industriali o editoriali, neppure ai giornalisti dei quotidiani coinvolti. La composizione dei soci di questo mega polo editoriale è del tutto sconosciuta, si sa soltanto che Elkann avrà una quota del 5% circa. Che cosa sarà della Stampa e dei suoi giornalisti, considerato che il giornale non potrà più essere un concorrente diretto di Repubblica come è stato fino ad oggi (nessuno editore si darebbe delle martellate sulle balle da solo). Come si svilupperanno i rapporti di forza all’interno della nuova concentrazione, tenuto conto che Torino perde a favore di Roma il suo potere decisionale, se non sulla fattura del giornale, ma certo sulle decisioni strategiche e di economia del Gruppo?  E con le forze politiche locali, Pd compreso, che tacciono, non parlano, non esprimono nemmeno la tradizionale preoccupazione di fronte ad un avvenimento che valuteremo in ogni dettaglio. Zero assoluto, ricordiamocene alle prossime elezioni.

Il 9 febbraio ci sarà la festa della Stampa per i 150 anni della nascita del giornale. Si svolgerà all’Auditorium Agnelli (sigh, sniff) del Lingotto. Ci sarà anche Mattarella e i codazzzi tutti della politica. Più l’intera fila dei direttori della storia del giornale. Più la Torino dell’economia, della finanza, della cultura, platea al completo. Temo che quello che sentirò dire sarà lontanissimo dal tempo che ci aspetta.

Credits

Chi è Mattia Feltri

L’arrivo al Buongiorno di Mattia Feltri

 

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...