
Chiuso il 31 dicembre scorso dall’editore Gedi, MicroMega (il prestigioso bimestrale diretto da Paolo Flores d’Arcais) è tornato ieri in edicola. L’editore è MicroMega edizioni impresa sociale s.r.l. una società no profit che non potrà distribuire utili fra i soci. Tutto sarà reinvestito per allargare le attività di MicroMega.
Perfetto. Quasi. Perché MicroMega, pur chiusa senza tanti complimenti da Gedi, è tenuta al guinzaglio dall’ex editore che è il proprietario della testata. Il quale editore ha detto a Flores d’Arcais: vuoi essere l’editore di MicroMega? Allora si fa così. Gedi ha imposto un paio di paletti.
Il primo paletto. Per quattro anni MicroMega non potrà avere, anche come soci di minoranza, società editrici, anche non italiane, ovvero soci di società editrici. Quindi, dovrà fare da sola. Il che potrebbe renedere vano lo sforzo di tornare in edicola.
Il secondo paletto. Per tutto il 2021, Gedi continuerà ad essere il fornitore tipografico, curando anche distribuzione e abbonamenti. Senza tali accordi si sarebbe dovuta interrompere la pubblicazione della rivista per almeno 6 mesi.
Ha spiegato Flores d’Arcais in una lettera aperta: “Ho scritto più volte in questi trentacinque anni che MicroMega aveva bisogno di lettori esigenti. Ne ha bisogno più che mai, ma diventa ora vitale che i lettori esigenti siano sempre più lettori partecipi. Ci aspettano tempi bui. I sondaggi, costanti, dicono che tra due anni avremo un governo Salvini-Meloni-Berlusconi, il governo Draghi è tutt’altro che in grado di fugare questo incubo. Non bisogna rassegnarsi ma ribellarsi. Finché c’è lotta c’è speranza”.
Un signore nel selvaggio West.
Credits
Questi cavalieri Gedi stanno decisamente dal lato oscuro della forza.