
Devo ammettere che l’altro giorno ho usato, in questo mio blog, un tono un po’ sopra le righe. Quel pezzo di merda nel titolo riferito alla consigliera comunale del M5S Monica Amore non era tanto elegante. Vero. Giorgino non è da te scrivere merda in un titolo.
Ora la signora Amore sostiene di non aver notato le caricature naziste sugli ebrei perché quando ha visto quell’immagine era sera tardi ed aveva lavorato tanto e perciò era stanca. Mi verrebbe da dire, era ora. Ma sorvolo sul suo curriculum in versione basic.
Monica La Qualunque ha anche chiesto d’incontrare la Comunità Ebraica di Torino, perchè lei vuole bene a tutti e non fa distinzioni di razza. Come hanno testimoniato i suoi colleghi di giunta. Ci mancherebbe altro, signora mia.
Riporto solo oggi (per non sottrarre lettori al giornale) il pezzo uscito ieri su Repubblica. Dove si legge che il presidente della Comunità Ebraica di Torino Dario Disegni ha esortato il M5S a chiedere ad Amore di dimittersi da consigliera comunale. Richiesta caduta nel vuoto, a quanto pare. La sindaca Appendino e persino il ministro (sic) degli Esteri Di Maio hanno stigmatizzato l’episodio. E anche in questo caso, signori miei ci mancherebbe altro. Ma di dimissioni non se ne parla.
Amore lamenta l’attacco dei social e della rete che l’hanno presa a male parole, volgarità e insulti. Che possiamo fare gentile signora? Lei ha utilizzato i social per gettare sospetti razzisti modello nazista per esprimere un suo, immagino, elaborato pensiero sulla presunta mano giudaica di John Elkann, a capo di Gedi (Repubblica, La Stampa, Secolo XIX, l’Espresso, Radio Capital e altri), sull’informazione italiana. ‘A la guerre comme à la guerre.
Infine, la Comunità Ebraica sta valutando se ci sono gli estremi per una denuncia d’istigazione all’odio razziale. La consigliera Amore, a cui noi contribuenti continueremo a pagare lo stipendio, può serenamente aspettare l’incontro con i giudei torinesi. Gioverebbe semmai un viaggio ad Auschwitz. Io al posto suo ci penserei.
