giorgio levi

Monica La Qualunque e la battaglia contro i giornaloni dei perfidi ebrei

Che curiosa la consigliera Monica Amore del M5S. Prima pubblica sul suo profilo social un orrendo messaggio antisemita e poi si scusa. Si scusa anche la sindaca di Torino Appendino.

Si scusa il Movimento di Grillo a Torino.

Perfetto ragazzi. Con questo tappeto di scuse ci siamo tolti il pensiero. Da un po’ di tempo è molto trendy scusarsi. Tu dici una vaccata riesumata dalla più infame propaganda nazista e poi che cosa fai? Chiedi scusa. E non pensiamoci più, per carità che abbiamo ben altri problemi a Torino.

In fondo le intenzioni della signora Amore non erano così razziste. Mica ha invocato i campi di sterminio, o scritto quella razza di ebrei, o si è soffermata sulla veridicità dei Protocolli dei Savi di Sion. No, povera, nemmeno sa di che cosa parla. Lei voleva proporre una riflessione sul mondo dell’editoria. E dato che non aveva di meglio a portata di cervello ha pensato che le veniva bene proporre quell’immagine raffigurante i giornali del Gruppo Gedi con le caricature degli ebrei dileggiati dai nazisti.

Amore ha detto: “E’ un’immagine che mi hanno spedito”. Ma Amore non contenta le ha dato più risalto. In fondo lei è una consigliera comunale, non una fessacchiotta qualunque. E così ha ritirato fuori il concetto di giornaloni, già espresso dal suo capo Grillo ai tempi delle liste di proscrizione dei giornalisti.

E che cosa c’era di meglio che accusare l’ebreo John Elkann a capo di un Gruppo reo, secondo la signora Amore che la sa lunga, di concentrazione editoriale? Ha detto Miss Monica La Qualunque: “Chi mi conosce sa che non sono razzista, voglio bene a ogni essere umano, senza distinzione. Ho cancellato il post perché quei giornali che volevo criticare hanno usato un dettaglio dell’immagine, a cui neanche avevo fatto caso, per delegittimare il ragionamento sul problema, che esiste, della concentrazione nella mani di pochi dell’intera informazione in Italia”.

Beh, fortuna che non ha fatto caso al dettaglio dell’immagine. Chissà se lo faceva. La verità è che Monica Amore è partita da zero ed è rimasta a zero. E’ venuta dal nulla, votata dal nulla. Il perfetto prototipo grillino. Istruzione nulla, cultura nulla, lavoro nulla. Il modello costruito da un comico per portare al voto un altro esercito di nulla.

Il suo curriculum dice che ha 46 anni. Titolo di studio: licenzia media. Professione: disoccupata. Esperienze professionali: lavori saltuari. Lingue conosciute: italiano. Profilo politico: ?

(pubblicato da QuiFinanza)

Monica Amore è anche fissata con i complotti, tipo demo-pluto-giudaico-massonico. Insomma, quella roba lì della finanza cattiva di quegli stronzi di Binderberg. Il 7 giugno del 2018 disse in una intervista a Quotidiano Piemontese: “Si tratta di un’élites chiusa di neo-oligarchie finanziarie dedite al neoliberismo più estremo, che nel mio immaginario ha sempre rappresentato l’arroganza propria del potere. Torino deve tornare ad essere la capitale dei diritti del lavoro e non la sede di coloro che, per tutelare i loro interessi, hanno fatto di tutto per comprimerli. Questo per me è inaccettabile”.

Un’altra volta sul suo profilo Facebook ha scritto: “Non temo il nemico che mi attacca, ma il falso amico che mi abbraccia”. L’aveva detta Mussolini. Ma povera Amore, come faceva a saperlo? Le sembrava una figata da condividere con i suoi fan stellati.

Ora, a me non importa una cippa se la signora Amore è una volgare antisemita, se posta frasi deliranti, se si fa incantare da caricature naziste sugli ebrei. Può fare quel cazzo che vuole. Ma a casa sua, tra le mura domestiche, dietro le tende del balcone. A me importa che Monica Amore è una consigliera di maggioranza del comune di Torino, città medaglia d’oro della Resistenza. La città da dove sono partiti blindati sui treni centinaia di ebrei verso i campi di sterminio. A me interessa che il suo stipendio lo paghiamo noi e io non voglio essere complice di una tizia che trova interessante (come ha scritto sul suo post) una vignetta di propaganda antisemita.

Ha tenuto un comportamento indegno. La sindaca Appendino avrebbe dovuto chiedere le sue dimissioni. Il Movimento avrebbe dovuto espellerla. Invece non è accaduto nulla di tutto questo. Si siederà ancora per poco al suo banchetto in Sala Rossa. Ma sarà sempre troppo.

Monica La Qualunque ha contribuito al governo di questa città per tutti questi anni. E come lei chissà quanti altri sfornati dal nulla, dall’università della strada.

Dove nessuno legge i giornaloni del Gruppo Gedi, perché dietro (ma anche davanti) ci sono quei perfidi ebrei.

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