giorgio levi

Giornalisti al voto, elezioni per il rinnovo delle cariche il 4 e l’11 ottobre. Polemiche, divisioni, lotte politiche

Si svolgeranno il 4 (primo turno) e l’11 ottobre (eventuale ballottaggio) le elezioni per il rinnovo delle cariche dell’Ordine dei giornalisti. Si vota per eleggere i consiglieri nazionali e quelli regionali. Che, a loro volta, eleggeranno il presidente nazionale e quelli regionali. A cui si aggiungono i segretari e i tesorieri (nazionali e regionali).

Il Piemonte, che aveva chiesto il rinvio di un mese, si è allineato con gli ordini delle 17 regioni che avevano già reso pubblica la data delle elezioni. Rimangono fuori la Lombardia (che riunisce un consiglio martedì prossimo) e la Campania. Entrambe sembrano intenzionate a non allestire i rispettivi seggi.

La ragione di questa divisione va letta su due piani diversi. Uno, del tutto legittimo e ragionevole, che riguarda l’emergenza Covid. La domanda, che anche in Piemonte (seconda regione d’Italia, dopo la Lombardia per casi di coronavirus) che il Consiglio si è posto, già prima dell’estate, è: possiamo chiamare al voto i colleghi nel pieno di una ripresa autunnale della pandemia? Considerando che in Piemonte i seggi saranno soltanto tre (Torino, Vercelli e Cuneo) e che quindi molti dei circa 6 mila elettori (professionisti e pubblicisti), anche e soprattutto anziani, dovranno sobbarcarsi una trasferta per mettere la loro preferenza nell’urna? Siamo ben certi che ci siano tutti i margini di sicurezza necessari? A mio parere, di consigliere, erano domande non solo legittime, ma anche doverose. E quindi abbiamo agito con cautela fin da subito. Con il consenso dell’intero Consiglio.

Il secondo piano di divisione della categoria ha una valenza esclusivamente politica. E riguarda le divisoni interne tra fazioni litigiosissime (e non è una novità) che hanno messo da parte l’emergenza Covid per concentrarsi sul dato politico. Chi vuole il rinvio delle elezioni prende tempo per impedire l’elezione del nuovo presidente, viceversa chi vuole andare al voto nelle date stabilite lo fa per ragioni opposte. E’ stato un muro contro muro. A cui si è aggiunta l’incognita Inpgi, che a dicembre vede scadere il rinvio concesso dai ministeri vigilanti, prima di arrivare ad un possibile commissariamento, sul risanamento dei conti. A chi avrebbe giovato il rinvio delle elezioni sulla crisi dell’ente di previdenza? Troppo complicato per i miei modesti neuroni. E poi: se la Lombardia non esprime i suoi consiglieri nazionali (il drappello maggiore) come si farà a comporre il Consiglio nazionale e decidere chi sarà il presidente? Il presidente di tutti.

In questa allegra e spensierata disputa si sono poi inseriti due fatti rilevanti: il referendum nazionale sul taglio dei parlamentari e le elezioni regionali che sono stati confermati, quindi che ragione c’è per rinviare le elezioni di una minuscola categoria come quella dei giornalisti? Poi si sono aggiunti i medici, che hanno confermato le date elettorali autunnali della loro categoria. Insomma, se lo hanno deciso i medici sapranno ben quel che fanno? Personalmente ci andrei cauto.

Il presidente nazionale Verna, che si è trovato un consiglio monco per le dimissioni per protesta di quattro componenti che lo accusavano di prendere tempo, ha chiesto alla fine il parere del Ministero vigilante che pubblico qui sotto.

Dunque, conclusione. Il Ministero dice: “Allo stato attuale il numero limitato dei contagi e l’assenza di misure interdittive di tipo normativo consente di formulare un giudizio prognostico favorevole alla possibilita’ della regolare tenuta, sia pure con le dovute accortezze , delle operazioni elettorali. Pertanto  si invitano gli organi di indirizzo ad adoperarsi in ogni modo per rendere possibili le operazioni elettorali, rispettando la cadenza temporale prevista dal legislatore e dettando le modalita’ ritenute piu’ opportune al fine di garantire la piena tutela della salute dei propri iscritti e del personale impiegato per le relative incombenze”.

Sulla scorta di tutto ciò oggi, in seduta straordinaria, il Consiglio dell’Ordine del Piemonte ha dato parere favorevole al presidente Sinigaglia perché indica formalmente le le elezioni nelle date stabilite. Ricordo che indire le elezioni è una prerogativa dei presidenti regionali, non del Consiglio. Da questo pomeriggio date e indicazioni sono qui sul sito di corso Stati Uniti.

Credo che alla fine sia giusto così. Trovo però riprovevole e poco serio per un categoria, che dovrebbe essere un faro guida per gli iscritti e per milioni di cittadini che comprano i giornali (pochi per la verità) o s’informano attraverso la rete e la televisione (molti di più) che si usi un’emergenza sanitaria gravissima, che dovrebbe indurci ad un milione di catele, anche sul tema elettorale, per regolare i conti politici al proprio interno. Così, abbiamo offerto un’altra pessima figura di noi stessi. Sarà dura risalire la china.