
Ci voleva una donna con 20 milioni di follower per fare esattamente il punto sull’assassinio del povero Willy.
Ci voleva un ex calciatore del Milan per tracciare il quadro esatto della politica italiana alla vigilia del referendum.
Per due giorni i quotidiani hanno vagato sulle arti marziali, sull’ossessione del corpo, sugli istinti violenti degli assassini di Willy, poi è uscita con un post Chiara Ferragni, che non è Scalfari, non è l’opinionista raffinata, l’analista politica, non è nulla di quello a cui siamo abituati e ha postato l’unica cosa che andava detta: quegli idioti microcefali assassini sono fascisti. Figli della cultura fascista del nuovo Millennio. Le arti marziali non c’entrano niente, loro sono semplicemente fascistissimi.
Oggi un taglio basso de La Repubblica è dedicato all’opinione politica di Billy Costacurta, grande campione di calcio, vincitore di campionati e Champions, oggi commentatore sportivo, che ha liquidato i favorevoli al sì nel referendum con poche chiarissime parole. E per non farsi mancare nulla ha anche detto come la pensa su Berlusconi, che fu suo presidente negli anni delle vittorie calcistiche.
Ferragni e Costacurta, usciti dal loro mondo, hanno spiegato con termini linguistici molto semplici, ma coerenti con i mezzi di comunicazione di oggi, quello che i giornali non riescono a dire in sei pagine intere. Mi pare una discreta lezione di comunicazione. E proprio nei mesi in cui l’informazione registra numeri in vendite e abbonamenti che fanno pensare ad un imminente crollo di tutto il castello.
Io, fossi nel direttore di uno dei grandi quotidiani un pensierino sulla Ferragni lo farei. Più di 20 milioni di persone che la seguono e la leggono. Se riuscissi a stento a toccare le 100 mila copie, ovvero a mettere insieme il pranzo con la cena, le telefonerei domattina.