
Ha superato il limite del buon gusto, dell’educazione e di quel minimo di fairplay che anche gli squali rispettano. Per un signore anziano, malato, colpito dal virus, è un segno di civiltà. C’è un confine morale che non si può oltrepassare, se si esclude una motivata soddisfazione per l’impiccagione di Adolf Eichmann, tutti gli altri meritano l’onore delle armi.
Carlo De Benedetti (potrei sbagliarmi ma l’età gli ha allentato i freni inibitori, persino con i suoi figli) sì è lasciato andare e ha definito Berlusconi un imbroglione.
Affermazione fuori luogo, proprio ora che l’ex cavaliere combatte per la vita, in una clinica amica, assediato dal Covid. Tuttavia, De Benedetti ha perfettamente ragione. Berlusconi è stato un imbroglione e molte altre cose che hanno danneggiato il Paese.
In genere su questo blog riporto notizie su fatti che conosco, mai per sentito dire, riportando le fonti. L’imbroglione detto dall’Ingegnere si riferisce a quella, passata alla storia dell’editoria, come la guerra di Segrate. Quella cioè che alla fine degli anni Ottanta oppose Berlusconi e De Benedetti per il controllo della Mondadori, la più grande casa editrice italiana.
Ci vollero due o tre anni e alla fine la spuntò Berlusconi imbrogliando le carte, come dimostreranno moltissimi anni dopo i giudici all’ultimo grado, che lo condanneranno a versare alla Cir (la finanziaria di De Benedetti) 562 milioni di risarcimento.
Esattamente in quegli stessi anni ero un membro del Comitato esecutivo del Cdr di Mondadori, cioè alla guida con altri quattro colleghi del sindacato dei giornalisti di un gruppo editoriale che contava più di 500 assunti.
Ho raccontato questa storia nel mio libro Volevo essere Jim Gannon, perciò non la farò troppo lunga. Abbiamo incontrato Berlusconi, quando s’insediò a Segrate, legittimati da una mega e tempestosa assemblea generale. Quando io gli ho chiesto che ci desse garanzie totali e assolute sulla libertà e l’indipendenza dei giornalisti, perché solo questo c’interessava, lui fece il gesto di toccarsi il portafoglio e ci chiese quanto costava questa richiesta.
Ci siamo alzati tutti, lui compreso, e ce ne siamo andati. Fu l’unica volta nella storia che Berlusconi ebbe un incontro con una rappresentanza sindacale e non solo dei giornalisti. Ci voleva non imbrogliare, ma comprare. Che è un sistema che funziona benissimo con una gran parte del giornalismo italiano. Ma io trovai quell’uomo disgutoso, indegno, arrogante e in tutti i successivi trent’anni non ho mai cambiato idea.
Ora non posso che augurami che si rimetta in piedi presto. Voglio continuare a consideralo un uomo disgutoso. Ma qui, su questa terra.