Sono un po’ distratto in questi giorni. Come tutte le estati mi perdo i messaggi e le notizie che contano. Brutta faccenda.
Comunque rimedio e pubblico qui di seguito il comunicato del Cdr de La Stampa diffuso cinque giorni fa. Credo non ci sia niente da commentare. Quello che si può leggere non è un allarme, è l’ultimo appello per evitare l’affondamento definitivo.
I dati di vendita dei quotidiani li ho riportati qui il 10 agosto, lo stesso giorno del comunicato del Cdr de La Stampa.
“Colleghe e colleghi, agosto è da sempre il mese migliore per dare delle pessime notizie. Passateci l’amara ironia.
I dati di vendita de La Stampa, che circolano da venerdì scorso, sono tremendi. In edicola a giugno siamo scesi a 73.800 copie circa, in totale con abbonamenti digitali e cartacei raggiungiamo quota 113 mila copie. Il dato rispetto a giugno 2019 è di oltre – 22%
Nella pratica abbiamo ormai la stessa potenza diffusionale di QN. Il risultato è la devastante concomitanza dei soliti dati estivi – già normalmente bassi – con l’effetto Covid e relativa crisi economica. Ma sulla nostra testata sembrano avere un effetto peggiore rispetto ad altri concorrenti.
Gli investimenti prospettati nel digitale non sono ancora riusciti a raddrizzare le tabelle di vendita e i cronici malfunzionamenti/ritardi/amnesie/incapacità nella distribuzione delle copie cartacee e nella raccolta pubblicitaria ci stanno facendo sprofondare.
Peraltro siamo in solidarietà e la buona volontà di tutti non sta dando – perché non può darlo, è evidente – alcun risultato pratico. La nave affonda sempre di più. E noi giornalisti (nonché poligrafici) ci siamo ancora sopra.
Riteniamo indispensabile come Cdr chiedere al più presto un incontro con l’Ad di Gedi, l’Ad di Gnn , il Coordinatore editoriale di Gedi, il Direttore della nostra testata e il responsabile di Gedi Visual (digitale) per sapere se una qualche strategia per non morire sulla tolda con la mano sul cuore sia allo studio in qualche parte del mondo.
Oppure se l’unica via di uscita sia ancora e soltanto il ricorso alle mani tese dallo Stato (prepensionamenti e sgravi fiscali), che nel nostro caso non basterebbero comunque a rilanciarci.
I canali verticali del Gruppo, Salute e Green&Blu in partenza tra settembre e ottobre ci vede ai margini. Abbiamo ribadito nell’ultimo incontro fatto con Giannini che la fatidica partita la vogliamo giocare. La Stampa vuole e deve essere partecipe di un progetto complessivo. Ma fino a questo momento, un fattivo coinvolgimento è mancato.
I progetti lapalissianamente però poggiano su idee, investimenti e competenze. Senza uno di questi elementi potremo soltanto contare a ritroso i giorni che mancano al nostro lockdown. Definitivo. E non per incapacità di una redazione che ormai sta sacrificando davvero tutto, in nome di perverse logiche di gruppo che hanno cambiato e stravolto negli ultimi anni La Stampa, ma senza lo straccio di un risultato sui nostri conti”.