giorgio levi

Torna la Premiata Ditta dei Virologi. Ma adesso i media si devono smarcare da questa politica del Terrore

Alla vigilia di Ferragosto i media, soprattutto i giornali più che le reti televisive, tornano alla titolazione della paura. Scomparso, o relegato in secondo piano, per un paio di mesi, il termine lockdown ha ripreso la sua posizione da homepage. Siamo di nuovo alla minaccia di una chiusura del Paese. Provvedimento, tra l’altro, che nessun’altra nazione europea, in condizioni molto peggiori di noi, minaccia di prendere.

Sta tornando alla spicciolata anche la Premiata Compagnia dei Virologi & Empidemiologi. La biologa Ilaria Capua dal suo tronetto negli Usa ha virato ora sul vaccino, considerando il virus un po’ sottotono. Qualche giorno fa ha detto che ora il vero problema sarà il vaccino, perché non ci saranno abbastanza dosi per tutti. Paura paura paura. Mi aspetto subito dopo Ferragosto il ritorno di Burioni, il virologo (o quello che è) che non ha azzeccato una sola previsione sulla pandemia e che ogni sera, per mesi, ci ha fatto stringere il buco del culo per la paura. Poi gli altri non li ricordo, sì forse Ricciardi, quello del Comitato Scientifico del governo, che disse che avremmo dovuto stare in lockdown fino all’arrivo del vaccino.

Questa marea montante, che predica la politica del Terrore, accende la miccia sui social, che sono l’altra faccia dell’informazione. La parte più grezza, incolta, che non legge, non approfondisce, coglie un dettaglio e lo fa diventare una notizia distorta. Da qualche ora l’ottusità si è concentrata di nuovo su lockdown. Da ottobre ad aprile, ho letto da qualche parte. Poi non serve spiegare che una nuova fermata metterebbe il Paese in ginocchio, costringerebbe le banche a chiudere, i correntisti a prendere d’assalto i bancomat, le aziende a licenziere a tappeto, ad assistere al crollo dell’intero sistema pensionistico e l’Inps che non potrebbe più erogare pensioni. Saremmo tutti così poveri e affamati che il virus ci sembrerebbe uno scherzo.

Ma questo non basta, i talebani del lockdown sono sordi a qualsiasi ragionamento. Forse è una forma di godimento, non so.

I media però dovrebbero assumersi qualche responsabilità sulla salute mentale dei lettori e smorzare la politica della paura. Che da qualche parte arriva. Ma nessuno sa dove vuole andare.