
(George Soros foto Wikipedia Di Niccolò Caranti Opera propria, CC BY-SA 3.0)
Il Giornale straborda di risentimenti verso la categoria, come sempre. Ora si schiera contro l’Ordine dei giornalisti che ha siglato un nuovo protocollo con l’Associazione Carta di Roma. Tema: l’immigrazione raccontata sui giornali. Il comunicato della Carta si può leggere qui e capire bene di che cosa si tratta.
A questa intesa non ci sta Il Giornale diretto da Alessandro Sallusti che qui scrive: “Il dubbio è che questo protocollo sia un filo di parte, per usare un eufemismo, tenendo conto del background politico-ideologico dell’Associazione Carta di Roma. Fondata nel dicembre 2011 per dare attuazione al protocollo deontologico per una informazione corretta sui temi dell’immigrazione, siglato dal Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti (Cnog) e dalla Federazione Nazionale della Stampa Italiana (FNSI) nel giugno del 2008, il sodalizio, che lavora per diventare un punto di riferimento stabile per tutti coloro che lavorano quotidianamente sui temi della Carta, giornalisti e operatori dell’informazione in primis, collabora con il mondo dell’associazionismo di smaccatamente di sinistra e pro-immigrazione. Arci, Associazione 21 luglio, Asgi (Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione), Articolo 21, Centro Astalli, Consiglio italiano per i rifugiati, Redattore sociale.
E poi ricorda Sallusti: “La stessa Associazione Carta di Roma conferma di ricevere supporto dall’Open Society Foundations, l’organizzazione filantropica fondata dal finanziere e speculatore George Soros, uno dei più importanti donatori del Partito democratico Usa, avversario politico e nemico giurato dei sovranismi in tutto il mondo”.
Ma non basta: “Insomma, più partigiani di così su un tema complesso e delicato come quello dell’immigrazione non si può essere. Dunque, se queste sono le premesse e gli enti coinvolti, quando si parla di correttezza e accuratezza dell’informazione cosa si intende? Non serve un detective per scoprirlo: seguire le regole imposte dal politically correct imperante e da un’ideologia pervasiva che impone la sua visione “no borders” del mondo e vede l’immigrazione di massa come una cosa buona e giusta”.