giorgio levi

La ministra Azzolina in bikini, Dagospia sul banco degli imputati. La furia degli indignados dei social

Diva & Donna (Cairo Editore) pubblica le foto proibite della ministra Lucia Azzolina (Istruzione) al mare. La signora Azzolina è in costume da bagno, bikini. Gli scatti fanno il giro delle redazioni e Dagospia non se le lascia sfuggire. E’ materia sua. Così com’è di sua competenza stare sopra le righe. Scrive il quotidiano online di D’Agostino: “Una ministra al sapore di mare – Lucia Azzolina va a bagnarsi a Sperlonga e viene pizzicata da Diva e Donna – Bikini blu, smalto rosso, chappone impiegatizio da lavoro sedentario, la grillina era sola soletta, con le soltanto due guardie del corpo, un libro e una rivista”.

Lo scoopettino di Diva & Donna, e soprattutto l’insolenza di Dagospia, scatenano la prima ondata indignata dei social. Le solite menate. Per qualche ora il rullo di Facebook è occupato dal chiappone impiegatizio della ministra. Lei risponde a Dagospia dai microfoni di  In Onda, programma de La 7 condotto da David Parenzo e Luca Telese, tra l’altro il peggior talk della storia recente della televisione, ci fa rimpiangere persino Lilli Gruber.

Dice Azzolina: “Ma il sedere di un uomo è mai stato spiattellato sui giornali con lo stesso disprezzo? Avete mai visto un titolo sprezzante sulla pancia di Salvini? Il modo in cui è trattata la donna in politica in questo Paese spesso è vergognoso”. E aggiunge a TPI: “Io credo che non sia solo una questione personale, non riguarda solo me. Si tratta di un certo modo sessista con cui sono sempre trattate le donne, il loro corpo, la loro dignità”.

E Dagospia come la prende? “Povera ministra, per l’ennesima volta non ha studiato! Su questo sito una settimana fa c’era un servizio fotografico di Chi su Vasco Rossi al mare, con il mito del rock che esibiva maniglione dell’amore ed era dipinto come un tortello di Zocca rigonfio“.  E soprattutto: “Se la minsitra Azzolina è così suscettibile da incazzarsi per una battuta sulle sue chiappe, le nasconda facendo come Silvia Romano e seppellendosi nelle pieghe di un burqa. Però per favore ci risparmi piagnistei sul corpo delle donne. Il femminismo, quello vero, è una cosa troppo seria per abbassarlo a questo livello”.

Una cosa su Dagopsia. C’è un detto che circola negli ambienti della politica e dello spettacolo: “Se non ti sbeffeggia Dagospia non sei nessuno”. C’è chi lo trova divertente, chi ironico, irriverente, maleducato, antipatico, cafone, tutti ci s’incazzano ma ci ridono sopra. E tutto si può dire fuorché  Dagospia sia sessista. E’ un po’ sopra le righe, ma ha postato foto di culi (e non solo) di uomini (giovani, vecchi, politici, cantanti, attori, calciatori, vecchie cariatidi) con la stessa irriverenza con cui ha pubblicato le foto della ministra. E’, come dire, la sua cifra stilistica.  Vi disturba? E’ comprensibile, ma leggetelo per quello che è, non per quello che vorreste che fosse.

Infine una breve nota, sempre la stessa da anni in circostanze medesime. I più furiosi invocano l’intervento dell’Ordine dei giornalisti, neanche a guidarlo ci fosse il commissario Montalbano. L’Ordine accoglie tutte le denunce per violazione del comportamento deontologico degli iscritti, perciò voi indignados di Facebook  scrivete all’Ordine e deferite Dagospia e il suo direttore colpevoli di comportamento scorretto. L’Ordine trasferirà la denuncia al Consiglio di disciplina e si vedrà come andrà a finire.

E’ tutto molto semplice, ma non nascondetevi dietro la tastiera. Fate vedere che siete leoni. Metteteci la faccia.