
(foto Martin Lopez da Pexels)
Il database Scopus raccoglie ogni anno abstract e ricerche a livello scientifico internazionale. E rilascia una classifica inerente la competenza dei virologi nel mondo. Una ricerca che si basa su un indice stabilito convenzionalmente, detto h-index. L’indice h ha come parametri elementi importanti nella comunità scientifica, che indicano la competenza e l’affidabilità di uno specialista e la sua credibilità nel mondo. E si tratta dei titoli accademici, del numero di pubblicazioni scientifiche e del numero di citazioni dei loro lavori da parte di altre pubblicazioni scientifiche.
Da tutto questo materiale si ricava un punteggio (l’h-index), che permette di stilare una classifica tra tutti i virologi, sia italiani che internazionali. Il punteggio sufficiente non è meno di 50. I virologi più accreditati si posizionano dai 100 punti in su. In testa a questa classifica Didier Raoult (direttore dell’ Istituto malattie infettive di Marsiglia) 175 punti e Anthony Fauci (responsabile della task force alla Casa Bianca) 174 punti.
Sono invece sotto i 50 punti gli italiani, l’intero star system televisivo, esclusi Giovanni Rezza 59 e Massimo Galli 51, gli altri ci sono tutti. Andrea Crisanti 49, Ilaria Capua 48, Walter Ricciardi 39, Pier Luigi Lopalco 33, Roberto Burioni 26,Maria Rita Gismondo 22, Silvio Brusaferro 21, Fabrizio Pregliasco 14, Giulio Tarro 10.
Fa eccezione Massimo Galli 51 punti, l’unico sopra la soglia minima di accreditamento internazionale. Ma soprattutto Alberto Mantovani (direttore scientifico dell’Istituto Humanitas di Milano) e Giuseppe Remuzzi (direttore dell’Istituto Mario Negri) che hanno rispettivamente 167 e 158 punti, un risultato di eccezionale valore in campo mondiale. A cui si aggiunge Luciano Gattinoni dell’Università di Gottingen a 84. Tutti e tre non sono mai entrati come opinionisti nei circuiti della tv pubblica e dei network italiani.
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