giorgio levi

Salvala tu Radio Radicale

La vignetta di Mauro Biani è pubblicata sul sito della raccolta fondi a favore di Radio Radicale

In un post qui del 26 aprile sostenevo che Marco Travaglio, contrario al finanziamento pubblico di Radio Radicale, avesse addotto buone ragioni per dimostrare la sua tesi. E sono ancora convinto adesso che avesse ragione.

La posizione di Radio Radicale si è poi fatta, in queste ultime due settimane, molto critica. Qualsiasi soluzione, anche di finanziamento temporaneo, in virtù del servizio pubblico che la radio assolve con grandi meriti, e in attesa che la Rai definisca il suo ruolo d’informatore delle attività parlamentari, secondo un progetto che non è ancora partito, non ha trovato nessuna corrispondenza positiva dal fronte del M5S, che non si sposta di un millimentro dalla sua posizione ostile a rinnovare la concessione alla radio. Ed essendo in campagna elettorale nemmeno i leghisti, favorevoli a versare ancora (temporaneamente) un contributo dello Stato, hanno mostrato di volersi immolare sull’altare dei diritti della radio.

Una via però c’è. Che comporta un impegno economico da parte di chi si batte (per ora molto a parole) per l’esistenza della radio. Forse è davvero opportuno ora passare dai proclami ai fatti. Aprire il portafoglio e donare quattrini. Su questa pagina si può fare.

Radio Radicale pubblica anche i costi del mantenimento (le cifre sono in milioni di euro).

Personale dipendente:

4.013.000

Collaboratori:

650.000

Prestazioni professionali:

690.000

Produzione programmi (eventi esterni):

1.500.000

Scrivono i giornalisti, che rischiano il posto di lavoro: “Grazie al tuo sostegno avremo la possibilità di portare avanti le nostra attività radiofoniche e convincere il Governo a rivedere la sua posizione attraverso l’attivazione di una grande campagna di comunicazione contro la chiusura di Radio Radicale.  Il diritto alla conoscenza è un diritto fondamentale affinché il cittadino possa farsi liberamente una opinione e non sia condizionato da una informazione distorta e di parte”.

Semplice, no? Chi è davvero in ansia per Radio Radicale lo dimostri con un semplice gesto concreto e politico, senza aspettare le decisioni del governo.

Credits

Salviamo Radio Radicale