All’incirca due anni fa ho pubblicato su questo blog una fotografia (panorama di una città, tipo cartolina) che serviva a corredare una notizia. La foto l’avevo scaricata da Google, senza che vi fosse alcuna indicazione sul copyright. Anzi, arrivava da un altro blog che probabilmente l’aveva a sua volta scaricata da un altro sito. Il solito infinito gioco del passaggio d’immagini anonime, non accompagnate da indicazioni, all’interno della rete.
A distanza di 26 mesi ricevo una mail da un avvocato, che scrive a nome di una agenzia fotografica. Il legale mi chiede di togliere immediatamente la foto dall’online e reclama danni per una cifra spropositata.
Ora, tre cose.
1. Svolgo questa professione da 45 anni e non ho mai rubato niente, nè prima di internet, nè dopo. Mai copiato il pezzo di un altro, mai sottratto una foto da un professionista.
2. Pubblico fotografie solo se prive di copyright e se c’è una limitazione chiedo l’autorizzazione all’autore. Spesso sono colleghi. Se la foto è di un personaggio pubblico deriva dalle immagini che gli uffici stampa mettono a disposizione dei giornalisti. Il più delle volte sono di mia proprietà. Questo è un blog, non un sito, non ricavo reddito di alcuna natura (anzi, ci rimetto parecchio), non ha pubblicità, non è una testata giornalistica, non ha una periodicità, non è edito da una società. E’ un diario personale, nella più totale e completa accezione del termine.
3. Nelle mie pagine del blog, qui, c’è un disclaimer che informa: “Alcuni testi o immagini inserite in questo blog sono tratte da internet, qualora la loro pubblicazione violasse eventuali diritti d’autore, vogliate comunicarlo via mail. Saranno immediatamente rimosse”.
Ovviamente ho dovuto dotarmi di un avvocato che ha risposto all’altro avvocato. E’ iniziata una trattativa sulla cifra, perché consideravo abnorme quella richiesta. Alla fine ho saldato su una quota più accettabile, ma pur sempre esagerata rispetto al reato che avevo commesso e alla presunta opera d’arte scaricata da un sito qualsiasi, tra i milioni che si trovano su internet. E nulla faceva pensare che qualla foto avesse un copy.
Ora la vicenda è chiusa. Sono titolare di una immagine che non utilizzerò mai. L’idea che mi sono fatto è che questa gente batta a tappeto il web, tra blog, siti, profili social, Facebook, Twitter, Instagram. E alla fine della giornata, 365 giorni all’anno, ne ricava un discreto bottino.
Dunque, occhio a quello che pubblicate. Chiunque può finire nel rastrello. Poi diventa difficile trovare una via d’uscita.