
Foto archivio Il Times (tutti i diritti riservati)
E’ stato il mio 10° corteo consecutivo del 1° Maggio con il sindacato subalpino dei giornalisti.
Dieci anni di fila senza salti, dieci di cortei, dieci volte piazza Vittorio-piazza San Carlo (meno di 20 km totali). La marcia dei giornalisti parte invariabilmente tra 9,15 e le 9,30, arriva in piazza San Carlo tra le 11 e le 11,15. Quest’anno lievissimo ritardo il piazza Castello alle 10,35 ripetto alle tradizionali ore 10,30. La miglior prestazione di sempre nel 2016 dove in via Roma abbiamo anche corso.
La partecipazione dei colleghi è molto variabile. C’è chi parte subito aggrappato allo strisione, chi entra nel corteo dopo, chi esce, chi porta mogli e bambini, chi se ne va salutando, chi se ne va senza salutare. Quest’anno un calcolo abbastanza reale indica in 18/20 il numero dei presenti.
Questo significa, per quanto riguarda me, che gli appelli sul mio blog all’unità della categoria (almeno in questa giornata) non valgono un cazzo. Eppure il post di lunedì (solo su questo specifico argomento) aveva registrato circa 300 lettori, sui quasi 1.000 giornalieri. A cui si possono aggiungere i 47 like su Facebook che ha fatto da rimando al blog. Pochi rispetto alla mia personalissima media, ma aggiunti ai lettori fa 347. Cioè più di 300 persone che hanno mostrato, leggendo il blog, apprezzamento per il corteo del 1° Maggio con i giornalisti. Sarebbe stato sufficiente che la metà di quei 347 si fosse presentata al corteo e avremmo doppiato la Cgil.
Assenti per altro anche gli addetti ai lavori, dai consiglieri dell’Ordine del Piemonte a quasi tutte le altre componenti della categoria. Fatta eccezione per i rappresentanti della Subalpina. Conosco l’obiezione: lavoriamo. Sì, ma 10 minuti per mostrare solidarietà a chi non può lavorare, a chi è sfruttato, a chi è sottopagato, sono assolutamente possibili. Anzi, dovrebbe essere un dovere morale. Il sindacato è sacrificio, anche il 1° Maggio.
Per il resto tutto bene. Chi 10 anni fa aveva i capelli neri ora li ha grigi, chi li aveva grigi li ha bianchi, chi li aveva bianchi li ha perduti. Per il resto siamo contenti di vederci.
Nel 2012 all’ingresso di piazza Castello un gruppo di contestatori ci aveva sputato. Quest’anno una fila di persone ci ha applaudito.
Ho il fondato sospetto che fosse un gesto ironico. Molto fondato. E per fortuna poco sputato