giorgio levi

“Gedi zavorra i conti del Gruppo Cir”

Laura Cioli, ad di Gedi (foto ufficio stampa Gedi)

Start Magazine è un periodico online, diretto da Michele Guerriero, che si occupa principalmente, come indicato dallo stesso giornale: “di crescita e sviluppo dopo anni spesi a parlare di crisi, partendo da una delle parole chiave più importanti come l’innovazione”. La rivista ha anche una sezione dedicata all’economia. In questo settore ieri ha pubblicato un pezzo, firmato da Gianluca Zappa, dal titolo Ecco come Sogefi e Gedi zavorrano i conti del Gruppo Cir-De Bendetti, nel quale si esaminano nel dettaglio i numeri della holding di famiglia.

Vi tralascio i  conti dei vari bilanci dell’intero gruppo, che potete leggere qui, riporto invece quanto pubblicato a riguardo del gruppo Gedi.

Gedi Gruppo Editoriale è leader nell’informazione quotidiana e multimediale in Italia, nonché una delle principali realtà in Europa. Opera, in particolare, nei settori della stampa quotidiana e periodica, radio, internet e raccolta pubblicitaria. La società è controllata da CIR (45,8%) ed è quotata in Borsa.

Per quanto riguarda il mercato, nel primo bimestre 2019 gli investimenti pubblicitari sono scesi del 3,6% rispetto al corrispondente periodo dell’esercizio precedente (fonte Nielsen Media Research). La stampa ha registrato un calo del 11,3%, con i quotidiani al -13,6% ed i periodici al -6,9%. Quanto alla diffusione dei quotidiani, nel primo bimestre del 2019 è stata registrata una flessione delle vendite in edicola ed in abbonamento del 7,1%. Includendo anche le copie digitali, la diffusione complessiva dei quotidiani si attesta al -5,9% (fonte ADS-Accertamento Diffusione Stampa).

Nel primo trimestre 2019 i ricavi di GEDI sono ammontati a € 145,6 milioni, in calo del 6,5% rispetto al primo trimestre del 2018. I ricavi diffusionali, pari a € 67,1 milioni, sono diminuiti del 6,5%, in un mercato che, come sopra riportato, ha registrato una riduzione del 7,1% delle vendite dei quotidiani in edicola e in abbonamento e i ricavi pubblicitari sono risultati in calo del 8%, riflettendo, per singoli mezzi, l’andamento dei mercati di riferimento.

L’EBIT è stato pari a € 0,5 milioni, in calo rispetto a € 6,6 milioni nel primo trimestre del 2018, a causa della riduzione dei ricavi.

L’utile netto è stato pari a € 2 milioni rispetto a € 3 milioni nel primo trimestre del 2018.

Al 31 marzo 2019, GEDI presentava un indebitamento finanziario netto ante IFRS 16 pari a € 124,7 milioni, in aumento rispetto a € 103,2 milioni al 31 dicembre 2018 per effetto degli esborsi derivanti dal piano di riorganizzazione in corso, nonché dell’andamento del capitale circolante. L’applicazione del IFRS 16 ha comportato la rilevazione al 31 marzo 2019 di debiti finanziari per diritti d’uso e leasing pari a € 62,8 milioni e pertanto l’indebitamento finanziario netto complessivo ammonta a € 187,5 milioni“.

Tutta questa spipazzata di numeri porta ad una conclusione sintetizzata nel titolo. Ovvero, rispetto al buon andamento della holding, le negatività annuale di Gedi (utile netto a 2 milioni di euro, rispetto ai 3 del primo trimestre del 2018, vendite in calo dei quotidiani a -13,6%, diffusione dei giornali con vendite e abbonamenti nel primo bimestre del 2019 a -7,1%)  rappresentano, con Sogefi, una zavorra per l’intero Gruppo.

Quanto potrà navigare  il vascello nessuno può dirlo, ma ci si affida alla conclusione di questo pezzo: “Per quanto riguarda Gedi, non si prevede variazione dei trend di mercato in atto ed il gruppo è impegnato nel continuare a contrastare il loro impatto sui risultati mediante le azioni gestionali opportune”.

Cioè, in termini molto volgari, altri tagli.

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