L’idea era quella di andare da Pepino a mangiarmi un ricoperto alla vaniglia. C’era qualcosa di meglio in questa spettacolare giornata di primavera? Tuttavia, dentro di me albergava un tarletto. Pepino o Vito Crimi. Qualsiasi persona di buon senso non avrebbe avuto dubbi. Io ho scelto Vito Crimi, il sottosgretario del M5S.
Sapevo che sarebbe stato oggi a Torino ad un confronto pubblico con Carlo Verna, il presidente dell’Ordine dei giornalisti. I due non si erano mai incontrati prima. Mai, mai. Dopo che Di Battista e Di Maio avevano dichiarato tutto il loro disgusto per i giornalisti, dopo la malcelata antipatia di Crimi per la categoria, il solco si era fatto così largo che oggi per attraversalo ci vorrebbe un ponte. Che per ora non si può costruire, perché a quel dileggio i grillini non hanno mai aggiunto scuse, nemmeno formali.
Questa volta l’occasione è arrivata. Verna e Crimi, entrambi ospiti del Festival del giornalismo alimentare. Per cui mi sono detto, rinuncio al ricoperto vedrai che lì mi trovo immerso in una torcida di cioccolata. Pensavo che Crimi e Verna si sarebbero confrontati a colpi di cucchiaino su tiramisù (Crimi) e pastiera napoletana (Verna). Macché.
Crimi ha ufficialmente confermato l’avvio degli Stati Generali dell’Informazione, pronti a partire da marzo. Dureranno almeno 7 mesi. Cazzarola.
Come si faranno. Crimi s’illumina. Spiega la genesi dell’operazione come quando uno espone le regole del Subbuteo. Preciso, preciso. Come saranno? Intanto niente barbosissimi convegni. Ma un’analisi a 360° (quando sento dire 360° mi si attizzano istinti omicidi) su tutto il panorama dell’informazione.
Chi partecipa. Tutte le categorie interessate e anche i cittadini. Eccolo là il vecchio massimalista di ritorno.
E di che cosa si parlerà. Naturalmente di cittadini, poi distribuzione, mercato, giornalisti (Ordine sì o no) e agenzie di stampa. Tutti ma proprio tutti tutti potranno partecipare inserendo proposte nella piattaforma del governo. Del gobierno, claro hombre?
Visti così sembrerebbero gli Stati Generali più fumosi della storia. Il club dei populisti del millennio. E’ opinione generale che non si terranno mai, lo stesso Crimi ne è convinto. Lo si capisce dall’esposizione del tema dichiarata con lo stesso entusiasmo di uno che compila ad alta voce la lista della spesa.
Poi è saltato fuori l’argomento del giorno, l’esistenza o la cancellazione dell’Ordine dei giornalisti. Crimi avverte: “Io non ho mai detto che l’ordine vada abolito, potrei querelare tutti i giornali che l’hanno scritto”. Calma, tesoro. Crimi riprende il sorrisino stinto: “L’informazione deve essere liberata, non più imbrigliata dentro un Ordine che decide chi può fare il giornalista. Poi il nuovo ordine potrà darsi delle regole come qualsiasi associazione (privata, ndr)”. Il sottosegretario confonde evidentemente Ordine con Sindacato, che ha già una forma associativa privata. E ad ogni buon conto questo progetto di trasformazione dell’Ordine lo cancella di fatto.
Crimi ha anche intrattenuto la platea ostile (applausi solo per Verna) su Inpigi e tagli all’editoria. Lui un po’ se la prende per la faccenda degli appluasi: “Altre volte i cittadini hanno appludito me”. Hai ragione bambino, dillo alla tua mamma.
C’è da aggiungere infine che Crimi pronuncia 5 volte la frase “a bocce ferme”. Che è esattamente la politica del governo. Stare immobili, che altrimenti si finisce per fare il gioco degli altri. Ma questa è una vecchia e sconcia storia.