giorgio levi

Toninelli horror. E che dire di Vespa che tiene in mano un pezzo del ponte?

(foto dal Corriere dellla Sera)

La foto, che ha fatto venire la pella d’oca a molti, con il ministro Toninelli che, nello studio di Porta a Porta, davanti al plastico del ponte di Genova, sorride ai fotografi dovrebbe avere due interpretazioni.

La prima è quella che è stata giustamente al centro di ore di polemiche sui social con la domanda: ma questo pseudo ministro è cosciente del ruolo che svolge?

La seconda riguarda l’altra persona inquadrata dai fotografi. Ovvero lui, l’immarcescibile Vespa. A me questa immagine ricorda molto quella di Tommie Smith e John Carlos, che alle Olimpiadi di Città del Messico nel 1968, mostrarono platealmente la loro protesta contro la segregazione dei neri d’America. In quella fotografia tuttavia compariva anche un terzo atleta. Peter Norman, bianco, di nazionalità australiana che non alza il pugno, ma che ha sulla tuta un adesivo di condivisione della protesta. Il mondo si concentrò per anni sui due americani, che per questa ragione politica passarono alla storia. Dimenticando purtroppo il bianco, che per quell’adesivo andò incontro ad un sacco di guai in patria.

Ecco, fatte le debite proporzioni (Toninelli non è Tommie Smith), qui cadiamo nella stessa svista. Ci concentriamo su Toninelli e non vediamo il secondo soggetto. Lo pseudo ministro ha quel sorriso scemo che hanno quelli che si scattano i selfie davanti al ponte di Genova. E ci può stare, considerata la caratura politica.

Ma che dire di Bruno Vespa che si fa immortalare tenendo in mano la riproduzione del viadotto crollato? Può essere un buon comportamento da giornalista? E’ vero che Vespa sorridacchia,  ma quel dannato plastico non poteva tenerlo da parte? Questa non è la casa di Meredith Kercher, ci sono 43 morti là sotto.

Un po’ di understatement renderebbe questo mestiere molto più credibile.

Ps. A proposito Bruno, quando versi i tuoi contributi Inpgi e quelli di tutti i tuoi collaboratori?