Sono giorni decisivi per Panorama, uno dei due storici settimanali di attualità italiani. La notizia della cessione del magazine di Mondadori era stata anticipata già a Ferragosto, ora i tempi stringono. I Berlusconi vogliono sbarazzarsi, dopo la pesante ristrutturazione interna, dell’unico giornale che continua ad avere costi troppo alti e un pubblico di lettori in costante calo.
Il nuovo editore Maurizio Belpietro, che oggi è editore de La Verità, è pronto. Considerati i rapporti fraterni, Marina Berlusconi per invogliarlo (Belpietro è stato in passato direttore del settimanale) non solo gli regalerebbe la testata ma metterebbe sul piatto anche una buona dote. Purché se lo prenda.
I tempi stringono, l’accordo sembra vicino. Anche perché se così non dovesse essere Mondadori non esiterebbe a chiudere il giornale. Ipotesi per ora che si fa solo nei corridoi, ma che non è ancora da escludere. Mentre nulla si sa sul destino dei redattori.
Rifare qui la storia di Panorama è impossibile. Personalmente ricordo gli anni Ottanta di Carlo Rognoni e Claudio Rinaldi e del terribile caporedattore Romano Cantore, un maestro del giornalismo e che solo a parlargli ti metteva paura. Ci sono state due ere di Panorama. Una d’oro nata e cresciuta prima con Arnoldo Mondadori e poi con la famiglia Formenton. E una con la famiglia Berlusconi, che lentamente, nonostante il livello di alta professionalità dei suoi giornalisti, l’ha ridotto ad un house organ politico dell’editore stesso.
Adesso sono arrivati i giorni dei conti. Tramonta con malinconia un pezzo di storia del giornalismo italiano. Belpietro saprà lui come fare.
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