Credo che John Elkann possa dormire beato. La mia scalatina è abbastanza modesta. Tuttavia, dalle 11,50 di oggi sono ufficialmente azionista del Gruppo Gedi. Ho acquistato un’azione di Stampubblica a euro 15,75. L’azione in realtà sarebbe costata 0,74, ma tra commissione bancaria, spese della banca, costi dell’intermediario sono arrivato a quella cifra. Un piatto di pasta da Eataly. Ne valeva la pena.
Che cosa ci farò con la mai azionuccia? A parte l’oroglio sabaudo di sentirmi titolare di un gruppo editoriale romano, potrò partecipare all’Assemblea degli azionisti, che sarà, presumo, nella primavera del prossimo anno. Sarò invitato e avrò diritto di parola. E’ qui verrà il bello. Ho tutto il tempo di prepararmi e conto sulla collaborazione di chi vorrà fornirmi buoni spunti.
L’avere in tasca un’azione non è certo una novità. Alla fine degli anni Ottanta, quando il panorama editoriale di questo Paese fu incendiato dalla guerra di Segrate, il cdr di Mondadori (del cui esecutivo facevo parte) comprò un’azione del gruppo. Questo ci consentì di partecipare alle assemblee degli azionisti nel momento più drammatico della storia di Segrate. E di capire che cosa stava accadendo.
Insomma, cercherò di fare con questo blog ancora il mio lavoro di cronista, direttamente alla fonte. E vediamo che cosa succede.