C’è niente da dire, i risultati eccellenti della semestrale di Exor e l’ulteriore avanzamento di John Elkann nel capitale di Gedi hanno rinvigorito il titolo a PiazzaAffari che oggi ha fatto segnare +4,07%, sfiorando il massimo storico della cassaforte di famiglia Agnelli.
Ora, la domanda che molti si fanno è: dove vuole arrivare il presidente di Fca nelle sue vesti di editore? Elkann l’aveva detto al momento della cessione (detta ufficialmente fusione) di Itedi (La Stampa e il Secolo XIX) in Gedi, società creata dai De Benedetti, che a loro volta vi hanno fatto confluire l’intero Gruppo Espresso.
John aveva dichiarato: “Voglio diventare il secondo azionista”. Questo è l’inizio? Per ora è una scalatina, ma è evidente che Elkann punta ad una crescita che abbia senso. Fin dove si vedrà. O meglio, fin dove potrà. Secondo azionista? L’ipotesi, tutta torinese, è che il nipote dell’Avvocato punti a governare nei prossimi anni la grande editoria italiana. Idea suggestiva e nostalgica, qualcuno ci crede davvero. Tuttavia, molto fantasiosa.
Ad un certo punto, nel mare del gossip di quest’anno, si era anche detto che i figli di De Benedetti non sarebbero stati interessati a proseguire il lavoro del padre nel settore dell’editoria. Altre suggestioni. Se l’Ingegnere ha scelto il figlio Marco (che non aveva mai avuto incarichi di questo livello nelle aziende di famiglia) una ragione deve pur esserci.
Intanto, Marco De Benedetti dovrà fare i conti con risultati del neo gruppo che si avranno soltanto il 25 ottobre con la relazione semestrale che si chiude il 30 settembre. La precedente del 26 luglio non comprendeva ancora l’ingresso di Itedi. Lì si capirà meglio. Poi ci sono i risultati sul campo. Le vendite di Repubblica sono scesce ancora, cala anche La Stampa che però tiene meglio in percentuale. E la raccolta pubblicitaria? E l’online? E il piano industriale? Quante sono le eccedenze tra i dipendenti (giornalisti e poligrafici) rispetto alle prospettive di mercato?
Ci sono un sacco di interrogativi, e qualsiasi ipotesi è azzardata. La crisi nell’editoria cartacea non cede di un millimetro, l’online non è ancora l’Eldorado e tra 20 giorni comincia l’autunno. E non sarà una passeggiata.
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