Mai come in queste settimane si rincorrono voci diverse sul futuro de Il Corriere della Sera. Un futuro di giornale potenziato, nei contenuti, nelle iniziative, nella diffusione. Tutti i piani sono segretissimi e anche dall’interno delle varie redazioni del gruppo Rcs non trapela nulla. Quello che appare certo è che Cairo aspetti la chiusura del closing di Itedi (primi di aprile con cessione di Stampa e Secolo XIX al gruppo Espresso) per capire quali spiragli vantaggiosi si possano aprire sul mercato per il quotidiano di via Solferino.
Il piano di mandare in edicola il Corriere ad 1 euro, più uno dei settimanali del gruppo in allegato (nel portafoglio di Cairo Editore ci sono 20 magazine, tra i quali i popolarissimi Di Più e Diva e Donna, a cui si potrebbe aggiungere Oggi di Rcs) è per ora tenuto in gran segreto, ma tutti sanno che i manager del gruppo ci stanno lavorando da mesi.
Certo, un quotidiano come il Corriere venduto ad 1 euro potrebbe rivoluzionare il mercato, mettere in grave difficoltà la concorrenza, e proprio per questo essere, per Rcs, estremamente vantaggioso. Naturalmente c’è chi storce il naso. Il Corriere della Sera con Diva e Donna? Rovelli e masturbazioni del passato, mai come quest’anno i giornali hanno perso lettori e pubblicità, non è più tempo di schifare modelli di giornalismo. E questo il numero uno di Rcs lo sa molto bene.
Dove gli altri cercano sul Web, senza riuscirci, una soluzione ai loro problemi finanziari, Cairo punta sulla carta. E’ una rispettabilissima scommessa. Lunedì 13 marzo uscirà il nuovo supplemento di Economia. La foliazione aumenterà a 56 o 64 pagine, con carta pregiata, grafica rinnovata, contenuti che punteranno molto su un’informazione monografica e sui personaggi. I commentatori saranno l’èlite del quotidiano, da Ferruccio de Bortoli e Francesco Giavazzi, a molte altre firme di primo piano.
Tutti ottimi segnali, dove gli editori in genere tagliano sui costi dei giornalisti con prepensionamenti di massa (ormai al capolinea per l’Inpgi), Cairo, per quanto contestato dal M5S che lo accusa di non essere un editore puro (ma che cosa vogliono poi?) riduce le spese generali (onerose e inutili) e sceglie la strada d’investire sul giornale e sui suoi redattori.
Che sia il benvenuto.