C’è un filo di malumore alla redazione di Libero. Il quotidiano che esce sempre, anche quando c’è uno sciopero nazionale dei giornalisti. Questa volta la redazione è sbottata, entrata nel quinto anno di contratto di solidarietà, e dunque con stipendi ampiamente decurtati. C’è il fondato sospetto che l’ingaggio di Vittorio Feltri voluto dall’azienda sia stato reso possibile dai risparmi ottenuti sulle buste paga. Ovviamente nulla da dire sul valore professionale del giornalista, ma il Cdr si domanda: “Perché non è stato detto nulla durante la trattativa per la solidarietà?”.
Scrivono i giornalisti in un comunicato: “Dal 2012 l’azienda ripete al comitato di redazione lo stesso discorso sulla necessità di ripianare le perdite di bilancio riducendo il costo del lavoro: i ricavi da copie e raccolta pubblicitaria continuano a calare e quindi bisogna tagliare gli stipendi dei giornalisti che sono stati “invitati” anche a smaltire celermente le ferie per non appesantire i conti. Dopo aver discusso e trattato, anche al tavolo sindacale nazionale, la redazione ha sempre mostrato grande senso di responsabilità accogliendo buona parte delle richieste. Soprattutto l’ultima vertenza, poi, è stata molto dura e serrata. La normativa che regola la solidarietà è cambiata e nonostante la percentuale applicata ai giornalisti di Libero si sia ridotta, il taglio alle loro buste paga è aumentato. Proprio per questo ora la redazione si sente presa in giro”.
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