
C’è tutto e di più dietro le dimissioni di Alessandro Sallusti dalla direzione de Il Giornale.
Intanto le dimissioni. Sono state ufficializzate ieri e l’editore Paolo Berlusconi le ha comunicate (anche) al Cdr con una nota che dice : “La Società Europea di Edizioni, editrice de ilGiornale, e il suo direttore Alessandro Sallusti hanno risolto oggi, dopo dodici anni di proficua collaborazione, il rapporto di lavoro. L’editore Paolo Berlusconi e il presidente Alessia Berlusconi ringraziano il direttore Sallusti per l’impegno profuso in tutti questi anni”. Fine dei giochi.
Chi andrà al Giornale? Per ora solo voci già qui anticipate. Invece è imminente la firma di Sallusti con l’editore Angelucci, proprietario, attraverso una fondazione, di Libero (direttore Senaldi) e del Tempo di Roma (direttore Franco Bechis). Sallusti occuperebbe la poltrona di entrambi, con grande disponibilità, si dice, al progetto sia di Senaldi che di Bechis. E naturalmente di Vittorio Feltri, regista. Per Libero Sallusti sarà il direttore responsabile, per Il Tempo direttore editoriale. Piccoli accorgimenti, in realtà avrà il compito di condurre entrambi fuori dallo stagno dove sono finiti. Soprattutto Il Tempo dove la direzione di Bechis non avrebbe dato i risultati richiesti dall’editore.
In realtà c’è un progetto di Angelucci molto più definito. L’idea è quella di creare un ticket in grado di contrastare il mercato di Gedi con Repubblica e Stampa. Progetto un po’ bizzarro perché la somma della diffusione di Repubblica e Stampa, per quanto i numeri siano in decrescita, non può essere sullo stesso piano di Libero e Il Tempo. Ma forse quello di Angelucci è un obiettivo politico, l’informazione vista da destra unendo due quotidiani affidati a Sallusti, che ha un impatto forte dal punto di vista mediatico, pensando alle prossime elezioni amministrative.
A proposito delle quali, secondo quanto pubblicato da Il Riformista, qualcuno in Forza Italia osserva le dimissioni di Sallusti come primo passo verso la sua candidatura a sindaco di Milano.