
Perseguitati dai fascisti, trucidati dai nazisti. Come ogni anno voglio onorare oggi la memoria dei tanti della mia famiglia morti ad Auschwitz. L’avevo fatto nel 2017 qui ampiamente il giorno della posa delle Pietre d’Inciampo dedicate ai miei zii Giorgio e Giacomo Ottolenghi raccontando la loro drammatica storia.
Tuttavia, mi rendo conto che con il trascorre del tempo il pensiero, per quanto commosso e doloroso, non è abbastanza. Allora, la domanda è: Giorgio, Giacomo, Arrigo, gli altri 12 tra Levi e Ottolenghi, e 6 milioni di ebrei europei sono morti per che cosa?
Donne, uomini, ragazzi, bambini, gente strappata alle loro case, alle abitudini, ad una vita quieta, alla famiglia, agli amici, alla scuola, al lavoro, sono finiti nelle camere a gas per una semplice, e in fondo banale follia collettiva o perché noi delle generazioni che sarebbero venute capissimo che cosa era accaduto davvero?
I forni crematori sono reperti del terrore immobili nel tempo, o in quello che hanno rappresentato c’è un messaggio per noi?
Me lo domando perchè mi accorgo che quella schifosissima aria fascista di cent’anni fa non è uscita dalle nostre finestre, non si è inabissata nell’inferno. Anzi, si scompone e si ricompone con nomi diversi, ogni anno più evidente, più intollerante. Un giorno sono i sovranisti, i suprematisti, i negazionisti, i neo nazisti, i razzisti.

L’esercito fascista che sale sulla locomotiva della politica destrorsa, che non ha mai spento i motori. Il partito di Salvini, quello della Meloni, la galassia nazistoide.
Uniti tra di loro dal filo robustissimo dell’intolleranza, della discriminazione del diverso, della negazione, arroganti difensori di una idea medioevale della storia. Quella frase sprezzante, odiosa, persecutoria rivolta da Salvini alla senatrice Segre alla fine del dibattito sulla fiducia in Senato alza il velo sul fascismo dei nostri giorni.
L’insopportabile lettera di scuse alla Comunità Ebraica dell’ultimo dei Savoia che ha impiegato più di 80 anni ad arrivare a destinazione.
Paure, silenzi, convenienze politiche, incertezze, giudizi benevoli (in fondo il fascismo ha bonificato le valli di Comacchio), sono la forza di questa destra che non ha mai corretto il giudizio sulla catastrofe generata da Mussolini. Dovremmo capirlo, mobilitarci con maggiore forza, impegnarci di più a combattere ogni millimetro di questa nuova propaganda fascista, velata o esplicita.
Perché prima ce ne renderemo conto, meglio sarà per gli anni a venire.