
Allora, riassunto delle puntate precedenti. Il Gruppo Gedi (Gnn che comprende Stampa, Repubblica, Secolo XIX, Espresso, Radio Capital) dopo le cessioni della primavera scorsa si è di recente sbarazzato dei quotidiani locali Tirreno, Gazzetta di Modena, Gazzetta di Reggio e Nuova Ferrara.
Ora, con una decisione inaspettata ridisegna l’intero quadro direttivo delle testate locali del Nord Est, quelle rimaste. Sempre sprovvisto di un piano editoriale generale del Gruppo, mai presentato nemmeno per i tre quotidiani nazionali, Gedi mette mano alle province. Una rivoluzione che fa incazzare i giornalisti del Piccolo di Trieste, che sono scesi in sciopero.
Devo dire niente di diverso da quello che accadeva anche prima quando il Gruppo si chiamava Finegil e l’editore era De Benedetti. Prendi un direttore di qui lo metti là, uno che sta al Sud lo porti al Nord, promuovi qualcuno, sposti un po’ di pedine. Lo fanno per tirare i cordoni della borsa. Fatti i conti si fa partire la rivoluzione. Accade così in tutti i grandi gruppi, anche all’estero. Tuttavia, quello che disturba sono i modi, l’indifferenza verso i giornalisti di quei quotidiani, l’imposizione senza mediazione. Peccato, sono occasioni perse per fare squadra e trovarsi tutti dalla stessa parte.
Dunque, Fabrizio Brancoli, ex direttore del quotidiano toscano con sede a Livorno ceduto a Sae, prende la responsabilità di Mattino di Padova, Tribuna di Treviso, Nuova Venezia e Mestre e Corriere delle Alpi.
Omar Monestier, già direttore del Messaggero Veneto, guiderà anche Il Piccolo, con Roberta Giani (ex direttrice della Gazzetta di Modena) come condirettrice e Paolo Mosanghini condirettore.
Paolo Possamai diventa direttore del Nordest Economia e, secondo quanto scritto da Primaonline, costruirà un nuovo contenitore di informazione economica per le testate del Nordest.
Enrico Grazioli lascia la direzione del Piccolo e assume la direzione della Gazzetta di Mantova al posto di Paolo Boldrini che lascia il gruppo come Alberto Bollis, finora vice direttore del Piccolo, sollevato dall’incarico. Al Corriere delle Alpi viene nominato vice direttore Luca Traini, ex direttore di La Nuova Ferrara.
Il cdr del Piccolo non ci sta e nell’annunciare lo sciopero, e lo stato di agitazione, diffonde questo comunicato: “La rappresentanza sindacale dei redattori del Piccolo dichiara la propria contrarietà all’operazione che prevede, con effetto immediato, un cambio radicale dei vertici del quotidiano. L’attuale direttore del Messaggero Veneto di Udine e Pordenone Omar Monestier sarà anche direttore del Piccolo di Trieste, Gorizia e Monfalcone, concentrando nel proprio ruolo le direzioni dei due principali quotidiani del Friuli Venezia Giulia” A rischio per l’assemblea dei giornalisti anche l’autonomia delle testate. “La Venezia Giulia e il Friuli sono due realtà territoriali dalle tradizioni e dai riferimenti culturali estremamente differenti, riconosciuti e sanciti anche dalla specialità di questa Regione, non facilmente omologabili”. Lo sciopero è stato indetto “per esprimere contrarietà al metodo utilizzato dall’editore per i cambi alla guida del giornale, con un preavviso di meno di 24 ore rispetto all’effettiva entrata in vigore del nuovo assetto, modificato in maniera radicale anche da un punto di vista storico-culturale, che prevede una direzione unica regionale tra il Piccolo e il Messaggero Veneto“.
Ai colleghi va la solidarietà di tutti (spero), ma la domanda è: siete così sicuri che il vostro editore si preoccupi del punto di vista storico culturale? Se così fosse, sarebbe il padrone che tutti vorrebbero avere. Appunto, vorrebbero.