giorgio levi

Figlie alla ricerca dei padri. Due romanzi imperdibili in libreria

Marta Barone, traduttrice e consulente editoriale, è una giovane scrittrice. Il suo primo romanzo Città sommersa (Bompiani) è stato tra i candidati del Premio Strega di quest’anno.

Mario Calabresi è uno dei più noti giornalisti italiani, già direttore de La Stampa e de La Repubblica, autore di numerosi romanzi, ora in libreria con Quello che non ti dicono (Mondadori).

Che cosa unisce queste due copertine? All’apparenza poco, Barone e Calabresi sono di generezioni diverse, storie personali molto differenti, vite lavorative distanti.

Barone e Calabresi hanno però qualche sorprendente punto in comune: raccontano due storie molto simili, ambientate nello stesso periodo, una a Torino e l’altra a Milano. Barone e Calabresi scavano, quasi in parallelo, negli anni del dolore del terrorismo. Tutti e due narrano la storia di una figlia alla ricerca del proprio padre. Entrambe le protagoniste si chiamano Marta. Sullo sfondo delle vicende due quartieri delle degradate periferie operaie degli anni Sessanta e Settanta, quasi identici: la famigerata strada delle Cacce a Torino, Quarto Oggiaro a Milano.

Marta Barone ha scritto il suo romanzo in prima persona. Mario Calabresi ha prestato la sua scrittura a Marta Saronio. Ora, sarebbe lungo qui entrare nella trama dei due romanzi e toglierebbe il piacere della lettura. Il dato che li accomuna, in modo quasi straordinario, è il calvario di due donne che cercano di riscostruire, a decine di anni di distanza, la vita dei loro padri, entrambi accusati di essere uno un fiancheggiatore del terrorismo torinese (Leonardo Barone, medico e operaio, poi assolto da ogni accusa) e l’altro il giovane ingegnere Carlo Saronio, erede di una facoltosa famiglia milanese, sospettato di essere un finanziatore delle Brigate Rosse, ucciso il giorno in cui i compagni di lotta organizzano il suo rapimento.

Per la prima volta sono in libreria due opere che entrano negli anni di piombo attraverso una ricerca minuziosa di fatti e testimoni del tempo, con uno stile narrativo da romanzo. Marta Barone scrive benissimo, Mario Calabresi non è certo una scoperta, limpido come nel precedente La mattina dopo, da anni il miglior giornalista-raccontatore del nostro tempo.

Tempo di lettura: Barone 3 giorni, 296 pagine. Calabresi: 5 ore, 199 pagine.

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