
Ilaria Capua (foto Facebook)
Si sta sciogliendo come neve al sole il Circo Barnum dei virologi assoldati dai mass media per tenerci aggiornati sull’evoluzione della pandemia. Tra paure e raccomandazioni, terrore e allarmi, illusioni e minacce, sorrisi e facce truci, pessimisti e porta sfiga, i nostri badanti virologi dovrebbero essere arrivati al capolinea.
La prima a confessare di non essere quella meraviglia d’esperta da cui le nostre labbra pendevano nelle sere di terrore è Ilaria Capua. La virologa, che ha assoldato un agente incaricato di pianificare le sue presenze televisive a 2 mila euro +Iva ogni 10 minuti (cifra richiesta a Sky per un intervento), ha detto, tra il serio e il faceto, a Massimo Gramellini, che tanto per cambiare l’aveva invitata a pubblicizzare il suo libro Il Giorno dopo (Mondadori): “Non ho più un laboratorio dal 2012, l’ho lasciato per seguire Mario Monti in politica. Sono stata parlamentare per 3 anni e mezzo, mi sono trasferita negli Stati Uniti e ora dirigo un centro multidisciplinare (One Health Center University of Florida ndr) per questo posso dire che non sono più una virologa”.
E noi che seguivamo persino il labiale di Capua per sapere, per conoscere, per imparare, per sentirci confortare, per prepararci ad una sera di incubi come se lei fosse la nostra guida nel buio di quei giorni, ebbene noi che credevamo che la signora Capua, spenta la telecamera, si girasse dall’altra parte, indossasse un camice bianco, e trascorresse le notti con l’occhio su un microscopio. Che fosse anche lei in prima linea. Ci siamo persino preoccupati che a questa donna elegante e sorridente scappasse un vetrino per terra e che per salvare il mondo raccogliesse il virus con le mani per eliminarlo con un gel che solo lei possedeva.
E invece niente. Quanto è costata la Nazionale dei Virologi ai programmi d’informazione della televisione di Stato? Sarebbe interessante saperlo. E forse anche doveroso.
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