giorgio levi

Il cortocircuito della Liguria. “Toti punta al mondo dell’informazione”. E scoppia il caso Mediaset-Gedi

Ieri sul caso Martina Maltagliati e il rapporto Mediaset-Gedi avevo posto qui qualche domanda. Oggi c’è una prima risposta. E’ di Ferruccio Sansa, una lunga carriera nei giornali. Genovese, 52 anni, prima al Messaggero, poi inviato del Secolo XIX e de La Stampa, dal 2010 è al Fatto Quotidiano, dove si occupa di inchieste, cronaca politica, ambiente, speculazione edilizia e affari. 

Sullo strano connubio tra Mediaset e Gedi in una operazione editoriale che coinvolge La Stampa, il Secolo altri quotidiani del Gruppo, ha scritto un post sul suo profilo Facebook, che ripercorre la vicenda, apre a qualche inquietante scenario politico,  raccoglie i fili di una storia che ha ancora molti aspetti da chiarire.

La riporto per intero, anche se lunga, ma vale la pena leggerla. Il titolo è: “Toti alla conquista della stampa ligure?”

I giornalisti di Mediaset (quelli delle trasmissioni curate dalla moglie di Giovanni Toti) che scrivono per Il Secolo XIX e La Stampa. Insieme con i cronisti dei giornali, come se niente fosse. Non era mai successo forse nella storia di queste due storiche testate.

È successo lunedì scorso (e si replicherà lunedì prossimo): ecco arrivare in edicola otto pagine sul Covid. Titolo: “I cento giorni che sconvolsero l’Italia”. L’inserto viene diffuso su Secolo XIX, Stampa, Messaggero Veneto, Tirreno e altri giornali del gruppo. Centinaia di migliaia di copie. A firmarlo è Matteo Bassetti, epidemiologo dell’ospedale San Martino di Genova che in due mesi di virus è diventato una star. Prima le decine di apparizioni in tv, a cominciare dalle reti Mediaset; quindi le comparse accanto a Toti nelle conferenze stampa per illustrare la situazione sanitaria con il Covid. Con qualche inciampo quando il nome e l’immagine del professore hanno cominciato a essere associati a prodotti commerciali. “E’ stato un malinteso”, giura Bassetti.

Dopo aver passato anni a puntare sulla sanità privata, ecco che all’improvviso il centrodestra si ricorda dei medici. Ormai in Liguria lo dicono quasi tutti: Toti sceglierà Bassetti come assessore alla Salute in vista delle imminenti elezioni. E non importa se in Liguria la mortalità per il virus è stata tra le più alte d’Italia.

Ecco il punto: in molti hanno di nuovo visto nell’operazione l’impronta di Toti. Non è solo il nome di Bassetti. A firmare l’inserto, caso forse unico nella storia centenaria dei quotidiani oggi Gedi, insieme con un giornalista del Secolo è stata Martina Maltagliati che viene dal programma Quarto Grado condotto di Gian Luigi Nuzzi. Siamo su Rete 4, la rete da cui proviene Toti.

Ma soprattutto siamo su Quarto Grado che è curato da Siria Magri, la moglie dello stesso Toti. Bassetti su questo schermo è comparso l’ultima volta lo scorso 8 maggio. E qui si rischia il cortocircuito: la Regione di Toti che compra spazi pubblicitari sulle pagine dei quotidiani. I giornalisti del programma della moglie di Toti che scrivono per i giornali liguri, parlando del medico simbolo che potrebbe diventare assessore dello stesso Governatore.

Del resto lo sbarco di Mediaset in Liguria è in atto da anni: c’è ovviamente il governatore, che non è ligure, in passato pupillo di Silvio Berlusconi e già direttore del Tg4. In giunta si è portato la giornalista Mediaset Ilaria Cavo. Ma non poche polemiche avevano già suscitato gli eventi estivi in piazza – realizzati con contributi della Regione, quindi pubblici – che vedevano come conduttori le firme più note delle reti del Cavaliere, come Paolo Del Debbio. L’anno prima la Regione aveva ingaggiato, non si sa se a pagamento o meno, un altro giornalista di Rete 4 per gli Stati generali del turismo. Si trattava di Giuseppe Brindisi, giornalista Mediaset che venne promosso caporedattore al Tg4 proprio da Toti quando era direttore.

Adesso il totismo sembra puntare al mondo dell’informazione. Dopo i contributi all’emittente televisiva Primocanale (che domina l’etere ligure), la scorsa settimana la Regione Liguria ha comprato con denaro pubblico decine di spazi su molti organi di informazione ligure: tv, siti internet e giornali. Un episodio in particolare ha colpito l’opinione pubblica ligure: la Regione di Toti ha comprato per un giorno (il 4 maggio) tutti gli spazi pubblicitari del Secolo XIX.
Ecco pagine intere, mezze pagine, più banner sul sito. Un’invasione che in città non è passata inosservata. Ora arrivano le otto pagine su Bassetti. Presto dovrebbero arrivarne altre otto.

Il Secolo ha una storia importante. E’ una delle nostre voci e ci accompagna da 134 anni. Sulle sue pagine hanno scritto, e scrivono, ottimi giornalisti. Il Secolo è patrimonio della nostra regione, intesa come terra e non come ente pubblico. Per questo la sua sorte deve stare a cuore a tutti, non solo a chi ci lavora.
Prima o poi ci si dovrà interrogare sulla questione del pluralismo e dell’indipendenza dell’informazione in Liguria. Perché – è il caso di ricordarlo – Secolo, Stampa e Repubblica, tutti del gruppo Gedi, sono i tre giornali più venduti della regione. Primocanale domina nell’etere. È opportuno che tutti accettino tonnellate di pubblicità dalla Regione nell’anno delle elezioni? E’ opportuno che vengano lanciate iniziative editoriali che vedono impegnati giornalisti e figure pubbliche notoriamente vicini a uno dei candidati?”.

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