A La Repubblica il premio giornalista della settimana non va.
L’idea è del direttore Maurizio Molinari che scrive sul sito del giornale: “Cari colleghi, oggi è stato istituto un premio per il miglior giornalista della settimana. Il premio consiste in una R stilizzata con il nome del vincitore e un riconoscimento economico di 600 euro lordi in busta paga. Il premio verrà assegnato da me il lunedì mattina scegliendo fra le proposte che ogni responsabile di settore, in carta e digitale, può presentarmi entro il giovedì precedente. Ogni giornalista, collaboratore e dipendente di Repubblica può essere candidato e vincere il premio del direttore per chi ha svolto il proprio lavoro distinguendosi per qualità e professionalità”.
Il Cdr non ha perso tempo e ha espresso al direttore dubbi sull’iniziativa. Così, Molinari ha giocato d’anticipo e ha premiato il primo dei giornalisti della settimana. In questi giorni sono in molti ad aver ribattezzato l’iniziativa del direttore Coppa Cobram, mutuandola dal film di quel genio di Paolo Villaggio Fantozzi contro tutti (regia di Neri Parenti, 1980), dove gli impiegati si sfidano in una corsa ciclistica massacrante pur di farsi notare dal mega direttore.
Di fondo il messaggio è: siamo giornalisti di Repubblica, è cronista della settimana ognuno di noi. Vada per La Stampa, ma non per noi. Cugini sì, ma di sesto grado.
Molinari ha infatti portato a Repubblica quel premio che alla Stampa c’è dai tempi di Calabresi. Lui l’aveva pensato nel 2009, prima intitolato a Igor Man e poi a Carlo Casalegno, nei 40 anni della sua tragica scomparsa. Calabresi, che si era ben guardato dal portarlo a Repubblica, aveva detto: “Questo premio non è soltanto per i giornalisti che scrivono, ma anche per quelli che fanno cucina redazionale, per i grafici, per i fotografi, per chi cura i dettagli del giornale. Potrebbe vincerlo anche l’autore di una didascalia, una parte del giornale che molti sottovalutano. Ma una didascalia ben fatta è come un pezzo ben scritto”. In fondo aveva ragione Calabresi, era una ragionevole iniziativa per tenere insieme la squadra. Il premio era in denaro e ammontava all’inizio in mille euro. Tagliato poi nel tempo, insieme a tutto il resto, è arrivato a valere 100 euro in un buono da spendere in qualche centro commerciale. Insomma, alla fine è rimasto l’onore di comparire con fotografia sul giornale una volta la settimana.
A Repubblica la cifra è di 600 euro lorde in busta paga, di questi tempi di tagli non è da buttare via. Ma è quel premio del direttore che non funziona. Vedremo a chi andrà questa settimana.
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