Come annunciato qui nel dicembre scorso, e dopo il via libera qui della Commissione Europea, avverrà tra 19 gorni il closing della maxi operazione editoriale che sposta la proprietà della più alta concetrazione di quotidiani in Italia da Cir (famiglia De Benedetti) a Exor (famiglia Agnelli).
Lo annuncia un comunicato stampa congiunto delle due finanziarie: “A seguito del rilascio delle necessarie autorizzazioni da parte delle competenti autorità, incluse la Commissione Europea e l’AgCom, Cir Spa (Compagnie Industriali Riunite) ed Exor comunicano che il perfezionamento dell’operazione annunciata in data 2 dicembre 2019, relativa all’acquisto da parte di Exor della partecipazione pari al 43,78% del capitale di Gedi (Gruppo Editoriale Spa) detenuta da Cir, avverrà in data 23 aprile 2020, al prezzo di euro 0,46 per azione, che corrisponde a un ammontare di 102,4 milioni di euro.
Completata l’operazione di acquisto, Exor provvederà, per il tramite di una società per azioni di nuova costituzione, a promuovere un’offerta pubblica di acquisto obbligatoria (OPA)) sulle azioni GEDI in circolazione non già detenute, secondo le modalità e i tempi previsti dalle normative vigenti e alle stesse condizioni già ricordate (euro 0,46 per azione)”.
Dunque, da venerdì 24 aprile John Elkann avrà in mano le chiavi per mettere in moto Gedi (o come si chiamerà in futuro). La domanda è: si siederà al volante di una Panda o di una Ferrari? Con tutto il rispetto per la più venduta auto Fca, la Panda è un’auto robusta, e anche confortevole, ma non è certo popolare per la brillantezza del suo motore. Elkann potrebbe anche decidere che va bene così, che i tempi per l’editoria sono grami e che un’auto che fa 100 mila chilometri senza andare mai (o quasi mai) da un meccanico è quello che ci vuole. Tuttavia, è fin troppo ovvio che il mercato (pubblicitario, di vendita, d’investimenti) punterebbe con maggiore slancio su una Gedi con motore Ferrari. E’ arrivato il tempo di correre e soprattutto d’investire sulle risorse interne dei vari quotidiani del Gruppo, di promuovere assunzioni, di affidare la transizione dalla carta all’online a chi oggi sta costruendo, con successo, il futuro dei grandi giornali americani. E senza perdere altro tempo esplicitare in modo netto, chiaro e circostanziato il piano editoriale e quello industriale. Questa e solo questa potrebbe essere l’auto adatta a correre nei gran premi della grande editoria internazionale.
Il 23 aprile John ritirerà la macchina. Quando il concessionario sfilerà il telone che la protegge capiremo su che modello ha puntato. Se sulla fiancata ci sarà scritto 4X4 avremo capito.